
Gli Svizzeri voteranno ancora una volta sull'identità elettronica (e-ID). Il comitato referendario "Legge sull'e-ID No" ha consegnato oggi 63'000 firme alla Cancelleria federale. Il comitato avanza diversi argomenti contro la nuova e-ID, approvata dal Parlamento a dicembre. Non c'è un vero e proprio controllo da parte dello Stato, perché fedpol non può emettere l'e-ID senza passare tramite società private. E la tecnologia non è trasparente, afferma. Deplora inoltre la dipendenza dai gruppi tecnologici e il rischio di sorveglianza digitale. Secondo i promotori del referendum, i diritti fondamentali sono a rischio. L'e-ID potrebbe servire come base per un sistema di credito sociale e far dipendere l'accesso ai servizi dal comportamento. Sarebbe inoltre discriminatoria, poiché alcuni servizi sarebbero accessibili solo con una e-ID. Del comitato fanno parte le associazioni Amici della Costituzione, Aufrecht Schweiz, Référendum E-ID 2.0 e il Partito pirata, sostenuti anche dai giovani UDC e UDF.
Secondo tentativo
Il primo progetto è stato bocciato alle urne nel 2021. La questione della protezione dei dati personali e della gestione privata dell'identità elettronica ha fatto pendere l'ago della bilancia a favore del "no". Il Consiglio federale è ora tornato alla carica. La nuova e-ID, gratuita e facoltativa, dovrebbe consentire di richiedere online un estratto del casellario giudiziale, una patente di guida o di dimostrare la propria età per l'acquisto di alcolici. E sarà in mani pubbliche. La Confederazione ha già condotto una serie di progetti pilota, tra cui la sperimentazione di un permesso di guida elettronico nel canton Appenzello Esterno. Il pubblico inoltre può testare i nuovi strumenti di identificazione elettronica gratuitamente in un ambiente di test messo a disposizione dalla Confederazione (cosiddetto Public Beta) scaricando l'applicazione "Swiyu".