L'Unione Svizzera dei contadini (USC) teme che la produzione alimentare venga limitata troppo imponendo maggiori condizioni alla pianificazione territoriale: oggi in occasione della conferenza stampa annuale ha invitato il Parlamento a respingere l'iniziativa popolare "Contro la cementificazione del nostro paesaggio (Iniziativa paesaggio)" delle associazioni ambientaliste.
Cosa chiede l'iniziativa
L'iniziativa, lanciata nel marzo 2019, intende porre un chiaro freno alla cementificazione delle superfici naturali e dei terreni coltivati all'esterno delle zone edificabili, conferendo ai Cantoni la responsabilità diretta della protezione della natura e del paesaggio. Per gli agricoltori, si tratta di un passo eccessivo. Temono di non poter più lavorare in modo redditizio. Hanno quindi sostenuto un controprogetto indiretto "più sensato", argomentando che non esiste un'agricoltura moderna senza edifici moderni.
Per un'agricoltura innovativa
L'utilizzo del terreno deve sì avvenire nel modo più parsimonioso possibile se non altro per preservare le basi della produzione alimentare, tuttavia la costruzione di edifici moderni e la loro espansione deve restare possibile, sottolinea l'USC. Concretamente ciò significa stalle, serre, rifugi e magazzini, ma anche infrastrutture destinate all'energia o alla vendita diretta. L'USC chiede una revisione legislativa della pianificazione territoriale che consenta un'"agricoltura innovativa" e sostenga i progetti imprenditoriali dei contadini. Tutti ne trarrebbero vantaggio: gli animali, con più spazio, gli agricoltori e la popolazione, che beneficerebbe di prodotti locali a prezzi accessibili. Perché ciò si realizzi occorre respingere l'Iniziativa paesaggio a favore di un "controprogetto indiretto ragionevole", secondo l'organizzazion
Reddito extra
L'USC sottolinea anche l'importanza di redditi supplementari per gli agricoltori. Ciò avviene in particolare con la creazione di infrastrutture come piccoli negozi per la vendita di prodotti della fattoria o strutture per l'agriturismo. "Le attività agricole sono importanti pilastri economici delle aree rurali decentralizzate del nostro Paese. Per questo le aziende agricole hanno bisogno di condizioni quadro che consentano loro di costruire edifici moderni al di fuori della zona edificabile", ha dichiarato il direttore dell'USC Martin Rufer.
La vendita di prodotti
La vendita diretta di prodotti agricoli è praticata da circa un quarto delle aziende agricole, ha precisato Anne Challandes, presidente dell'Unione Svizzera delle donne contadine e rurali. Oltre ai negozi della fattoria, può trattarsi di vendite sui banchi del mercato e di consegne a ristoranti, case di cura e ospedali. Il fatturato generato da questo tipo di attività è stimato intorno al 7% del reddito totale dell'agricoltura svizzera, che ammonta a circa 11 miliardi.
L'approvvigionamento energetico
L'USC insiste anche sul suo contributo all'approvvigionamento energetico del Paese. Evidenzia il potenziale di sviluppo degli impianti di biogas attraverso la trasformazione del letame e del liquame. Per sfruttare al meglio quest'ambito, insiste l'USC, occorre che i vincoli in materia di pianificazione territoriale cessino di aumentare. Riferendosi alla questione dell'ottimizzazione del ciclo degli elementi fertilizzanti, il presidente dell'USC Markus Ritter ha sottolineato che la strada per un'eventuale autorizzazione degli impianti di biogas nelle zone agricole è piena di ostacoli. Numerosi progetti non possono essere realizzati, o solo a costo di una procedura costosa e dopo anni di incertezze. "Questa situazione frena gli sforzi dell'agricoltura per raggiungere gli obiettivi climatici", ha dichiarato.