Per rafforzare la fiducia nei tribunali della Confederazione e la loro capacità di funzionamento, i giudici che si comportano scorrettamente dovrebbero poter essere sanzionati. È quanto propongono, mediante un'iniziativa parlamentare, le Commissioni della gestione delle Camere federali (CdG). Attualmente, spiega una nota odierna dei servizi parlamentari, il sanzionamento non è possibile, fatta eccezione per la destituzione.
Comportamenti inadeguati
Le CdG, che esercitano l'alta vigilanza sulla gestione dei tribunali della Confederazione (Tribunale federale, Tribunale penale federale, Tribunale amministrativo federale e Tribunale federale dei brevetti) - devono dar prova di moderazione nell'esercizio del controllo politico, in virtù della separazione dei poteri e dell'indipendenza dei giudici. Tuttavia, le CdG hanno ripetutamente constatato irregolarità anche gravi da parte dei giudici che, pur non influendo sulla giurisprudenza, hanno pregiudicato il funzionamento e l'immagine del tribunale in questione. Da qui la necessità di introdurre un sistema disciplinare al fine di rafforzare la fiducia in queste istituzioni e la loro capacità di funzionamento, scrivono le CdG. Raggiunto dalla RSI, il presidente della commissione della Gestione degli Stati, Charles Julliard (Centro/JU), ha sostenuto che "a volte si verificano comportamenti non rispettosi dei colleghi ma ci sono anche fascicoli che si trascinano per molto tempo e nonostante i controlli effettuati, si trovano sempre scuse per dire che non è a causa di questo o quest'altro. Si tratta di fattori che ci han spinti a riflettere sulla possibilità di intervenire", ha spiegato Julliard.
L'iniziativa
Con questa iniziativa parlamentare, le commissioni auspicano una base legale per introdurre una vigilanza disciplinare sui giudici dei tribunali della Confederazione. Tale vigilanza riguarda al momento il rispetto dei doveri d'ufficio da parte dei giudici e ha carattere individuale. L'istituzione di un sistema disciplinare e la possibilità di un procedimento di destituzione dovranno essere esaminate in modo approfondito e attuate nel quadro del processo legislativo, garantendo la possibilità di ricorso ai giudici sanzionati con misure disciplinari, sottolinea il comunicato. Il tutto nel rispetto dell'indipendenza dei giudici, dell'autonomia dell'organizzazione dei tribunali e della separazione dei poteri. Circa il tipo di sanzioni che si potrebbero immaginare, sempre alla RSI, Julliard ha parlato di sospensioni provvisorie, l'inserimento dei giudici in questione in altre corti o altro ancora.
Organo di vigilanza
Un sistema disciplinare andrebbe idealmente accoppiato a un organo di vigilanza esterno ai tribunali, indipendente da influenze politiche. Potrebbe trattarsi di un tribunale di giustizia, come quello che già esiste in diversi Cantoni. Anche quest'organo sarebbe subordinato all'alta vigilanza dell'Assemblea federale conformemente alla Costituzione.
Sistema attuale non soddisfa
Il diritto vigente senza possibilità di sanzionamento è insoddisfacente, secondo le commissioni. La mancanza di una vigilanza disciplinare è una questione di rilevanza politico-istituzionale. Le esperienze delle CdG, spiega la nota, "mostrano che spesso non è stato possibile censurare o affrontare in modo adeguato il comportamento scorretto di singoli giudici. Ciò è dovuto in particolare al fatto che, a eccezione della destituzione o della non rielezione, non esistono possibilità sanzionatorie vincolanti". L'unica misura disciplinare prevista dal diritto vigente nei confronti dei magistrati dei tribunali della Confederazione di primo grado è la destituzione da parte dell'Assemblea federale, una possibilità che però non è data nei confronti dei giudici del Tribunale federale. A questo si aggiunge il fatto che le condizioni necessarie per la destituzione o la non rielezione da parte del Parlamento sono molto severe. Anche la Commissione amministrativa del Tribunale federale considera insoddisfacente questo meccanismo del "tutto o niente" attualmente applicato nelle questioni disciplinari dai tribunali della Confederazione di primo grado.