Il 2025 si prospetta positivo per la Svizzera. Tutto dipenderà, però, dalle decisioni che saranno prese nel mondo, sprofondato nell’incertezza politica. La "mina vagante" Donald Trump, i possibili tagli dei tassi guida da parte della Banca nazionale svizzera e la forza del franco sono alcuni degli elementi da considerare. “La Svizzera sin qui ha retto sostanzialmente bene, considerando il complicato contesto internazionale", commenta l'economista Lino Terlizzi, contattato da Ticinonews. Per quanto riguarda il 2025 "c'è la possibilità di tenere in modo ragionevole, o addirittura positivo sotto alcuni aspetti". Ovviamente "dipenderà anche dal grado di tensione inerente la situazione geopolitica a livello mondiale e i riflessi che quest'ultima avrà sul quadro economico".
La moneta elvetica
Il franco svizzero, in ogni caso, "continua a essere richiesto, anche in virtù di un’incertezza politica. Quando tale incertezza cresce a livello internazionale, la nostra moneta tende ad apprezzarsi. È anche vero che la BNS, visto il successo della lotta all’inflazione sin qui condotta, tende ad abbassare i tassi d’interesse e questo ‘frena’ il franco , che nel complesso resterà comunque una moneta molto robusta”.
L'incognita Trump
A breve si terrà l’insediamento ufficiale del presidente eletto statunitense Donald Trump, definito da molti esperto economici "una mina vagante..." “Quella di Trump è per tutti un’incognita. Se prendiamo per buone le sue dichiarazioni, ci sarà un incremento dei dazi rivolto anzitutto verso la Cina, ma anche verso altre aree economiche, tra cui l’Europa e quindi, in parte, anche la Svizzera". E questo è un tema "che può influenzare i commerci mondiali in modo non secondario e dunque anche i rapporti economici con l’Europa e la posizione della Svizzera. Si tratta di uno dei principali temi dal punto di vista economico per i prossimi mesi”.