Ringier deve pagare a Jolanda Spiess-Hegglin 309'531 franchi più interessi per quattro articoli del Blick che hanno leso la personalità dell'ex gran consigliera di Zugo. Lo ha stabilito in sede civile il Tribunale cantonale di Zugo. L'editore Ringier ha annunciato un ricorso all'istanza successiva. In base alla sentenza, il gruppo mediatico è inoltre tenuto a versare 112'495 di indennizzi. I risarcimenti si basano su una cosiddetta azione civile di consegna dell'utile realizzato dal quotidiano zurighese.
Una prima in Svizzera
È la prima volta che un tribunale svizzero prende una decisione sulla cifra generata da articoli considerati lesivi della personalità. L'avvocata di Spiess-Hegglin chiedeva la consegna di 431'495 più interessi. I legali di Ringier avevano invece presentato in aula la cifra di 4900 franchi, ossia il valore dell'"utile aggiuntivo" generato da quegli articoli. La vertenza si riferisce ad articoli del dicembre 2014 sulla vicenda che ha coinvolto l'allora gran consigliera ecologista e il collega in parlamento dell'UDC Markus Hürlimann. La lesione della personalità era stata confermata in secondo grado dallo stesso Tribunale cantonale di Zugo, che nel 2020 aveva anche concesso una riparazione morale di 10'000 per il torto subito.
Conta anche la pubblicità
Il nodo ancora da risolvere era quello degli utili generati dalle pubblicazioni. Nella sua decisione, il tribunale ha in particolare tenuto conto anche dei "click" degli utenti degli articoli online e dei proventi della pubblicità ad essi legati. Nella sentenza di 57 pagine, il tribunale elenca gli utili legati alla pubblicità per ciascun articolo e arriva alla conclusione che le argomentazioni della ricorrente sono "convincenti". In una presa di posizione, Jolanda Spiess-Hegglin ha dichiarato a Keystone-ATS di essere molto felice che il tribunale abbia seguito il ragionamento e le deduzioni dei suoi esperti. "È emerso che in una controversia con l'industria mediatica, i tribunali svizzeri sono gli unici, e molto affidabili, 'fact-checker'”, afferma Spiess-Hegglin. Ringier ha da parte sua annunciato che farà appello contro la sentenza. L'importo assegnato è sproporzionato rispetto al profitto effettivo realizzato, che Ringier ha comunicato al tribunale in modo dettagliato e documentato con una perizia, scrive in una nota la società mediatica.
Lo "scandalo" alla vigilia di Natale
Il primo degli articoli incriminati - pubblicati sia sul Blick online che sulla versione cartacea - risale al 24 dicembre 2014. Sotto il titolo "Scandalo sessuale per un politico UDC: l'ha violentata?" erano pubblicati i nomi e le foto degli allora deputati cantonali di Zugo Spiess-Hegglin e Hürliman. All'articolo in questione ne erano seguite altre decine, tutti incentrati su quanto fosse realmente avvenuto tra Hürlimann, allora presidente dell'UDC cantonale, e la collega dei Verdi durante una festa, bagnata dall'alcol, per la nomina nel nuovo Landamano (presidente del Consiglio di Stato).
Inchiesta archiviata
L'allora 34enne Jolanda Spiess-Hegglin, sposata e madre di tre figli, sosteneva di essersi svegliata il giorno dopo con dei dolori che le facevano pensare che Hürlimann avesse approfittato di lei versandole nel bicchiere di vino gocce di GBH, la cosiddetta droga dello stupro. Spiess-Hegglin si era anche recata in ospedale a distanza di più di 24 ore, ma i medici erano arrivati alla conclusione che era ormai troppo tardi per rilevare l'eventuale presenza nel sangue della droga. Pur ammettendo che vi era stato un rapporto consenziente, il deputato UDC ha sempre contestato la versione della ex collega dei Verdi. Il procedimento per violenza carnale contro l'uomo è stato archiviato. I due protagonisti hanno raggiunto un accordo extragiudiziale nel marzo 2018: Hürlimann ha ritirato la denuncia per calunnia e diffamazione nei confronti dell'ex collega.