Svizzera
Il Centro trova i due candidati per la successione di Amherd, Regazzi: "Abbiamo fatto fatica"
©Gabriele Putzu
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Redazione
11 giorni fa
Il consigliere agli Stati ticinese Fabio Regazzi (Centro), commenta la ricerca dei candidati alla successione di Viola Amherd in Consiglio federale e la fatica fatta dal suo Partito. "Il ruolo di consigliere federale è cambiato negli anni, ma non in senso positivo".

No, nessun ticinese verrà candidato alla successione di Viola Amherd in Consiglio federale. Questo perché, ha spiegato a Ticinonews il presidente cantonale Fiorenzo Dadò, "bisogna essere realisti e avere due rappresentanti del nostro Cantone nel Governo federale sarebbe quasi impossibile". Così ieri a mezzogiorno è scaduto il termine per presentare le candidature e sono due le persone che hanno dato la propria disponibilità a prendere il posto della ministra della Difesa: il consigliere di stato di Zugo Martin Pfister e il consigliere nazionale sangallese Markus Ritter. Ma attenzione, perché l'interesse dei due non significa necessariamente che entrambi saranno proposti quali candidati dal Centro all'Assemblea federale. Il ticket ufficiale sarà infatti designato nella riunione del 21 febbraio della frazione parlamentare centrista. Resta comunque il fatto che la proposta di questo ticket non è stata evidente, perché sono diverse le personalità che hanno detto "No grazie", tra questi il presidente dimissionario Gerhard Pfister, il capogruppo alle Camere Matthias Bregy, i consiglieri nazionali Martin Candinas e Philipp Kutter, così come le senatrici Isabelle Chassot, Heidi Z’graggen e Andrea Gmür-Schönenberger. 

"Non è un mistero, abbiamo fatto fatica"

Fabio Regazzi, consigliere agli Stati de Il Centro, ha spiegato la difficoltà avuta dal Partito nel trovare questi due nomi. "Non è un mistero, abbiamo fatto fatica a trovare due candidati. Ma posso capire le motivazioni di chi ha scelto di non proporsi: le dimissioni di Amherd sono arrivate un po' come un fulmine a ciel sereno e il tempo per prendere una decisione così importante era oggettivamente poco". Secondo Regazzi "una candidatura per il Consiglio federale va pianificata con anticipo e discussa nei vari gremi, anche per capire le possibilità che una persona ha di essere eletta". In ogni caso "ora ci sono due nomi e quindi bisogna guardare avanti e cercare di affrontare la selezione e la valutazione di queste persone da parte del Gruppo, degli altri partiti e dell'Assemblea federale".

"La pressione mediatica e politica è diventata enorme"

Cercando di spiegare le motivazioni che hanno spinto diversi possibili candidati a non farsi avanti, il consigliere agli Stati ticinese ha detto che "il ruolo di consigliere federale è cambiato negli anni e non in senso positivo: la pressione mediatica e politica è diventata enorme, quasi insopportabile. Bisogna avere una struttura molto solida per riuscire a gestirla e non tutti hanno le caratteristiche per farlo". La motivazione non riguarderebbe quindi il Dipartimento guidato da Amherd, quello della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps), anche se "al momento non è il più ambito".

Il commento sul ticket

Il Centro ha quindi due nomi su cui puntare: Martin Pfister e Markus Ritter. "Il secondo lo conosco bene, siamo stati per 12 anni colleghi in Consiglio nazionale e siamo anche uniti in 'Prospettiva Svizzera', l'alleanza che comprende, tra le varie associazioni, l'Unione svizzera delle arti e mestieri e quella dei contadini". Ritter "è un grande lavoratore, un abile stratega e un profondo conoscitore dei dossier che affronta, ma avendo vinto diverse battaglie in Parlamento, qualcuno non lo sosterrà". Pfister, invece, "ha il limite di essere un consigliere di Stato, quindi di non avere una grande visibilità a Berna, ma ha il vantaggio di rappresentare il Canton Zugo, che da diversi anni rivendica un seggio in Consiglio federale". La speranza, in ogni caso, "è che l'Assemblea voti sui nomi proposti, senza fare alcun giochetto". Mentre per quanto riguarda l'assenza di donne, per Regazzi "dipende dalle circostanze, ma non è colpa di nessuno se le rappresentanti femminili del Centro non si sono messe a disposizione".