Centro
Il presidente Gerhard Pfister si dimette: "Per i ticinesi c'è sempre stato"
Ats
9 giorni fa
Il politico lascerà la prossima estate la carica che ricopre dal 2016. Lo ha annunciato lui stesso oggi a Berna. La vicinanza con il nostro Cantone sottolineata da Fiorenzo Dadò: "Con Gheri abbiamo ottenuto grandi risultati, continueremo su questa strada".

Il presidente del Centro Gerhard Pfister lascerà la prossima estate la carica che ricopre dal 2016. Lo ha annunciato lui stesso oggi a Berna, in occasione del tradizionale discorso dell'Epifania del suo partito. "Negli ultimi anni abbiamo realizzato una notevole trasformazione del nostro partito, gettando le basi per un Centro forte nel panorama politico svizzero. Ora è il momento giusto per lasciare spazio a una nuova generazione", ha dichiarato Pfister, citato in un comunicato stampa.

Il successore sarà eletto in giugno

Il 62enne consigliere nazionale zughese ha detto ai media di aver preso la sua decisione durante le vacanze autunnali. Il successore di Pfister verrà eletto in occasione dell'assemblea dei delegati che si terrà a Bienne (BE) in giugno. Rivolgendosi alla base della sua formazione, Pfister ha precisato che il risultato del partito alle elezioni federali del 2023, con il 14,1% dei voti e un numero di seggi in Consiglio nazionale per la prima volta superiore a quello del PLR, è stata una "pietra miliare che dimostra come la nostra rotta sia quella giusta".

Fiorenzo Dadò: "Per il Ticino e i ticinesi c'è sempre stato"

Le dimissioni di Pfister hanno suscitato immediate reazioni anche in Ticino. "Con Gheri abbiamo intrapreso un doveroso rinnovamento e ottenuto grandi risultati, grazie a posizioni coraggiose e a una linea chiara", si è espresso così il presidente cantonale del Centro Fiorenzo Dadò attraverso un post sui social media, e precisa: "Continueremo su questa strada". Dadò ha inoltre sottolineato la "lotta contro l'aumento dei premi cassa malati" condotta con Pfister e il fatto che il presidente del partito nazionale "per il Ticino e i ticinesi c'è sempre stato".

Un partito che con lui ha cambiato nome

Pfister ha assunto la guida dell'allora Partito popolare democratico (PPD) nell'aprile 2016. Sotto la sua presidenza, il partito non solo ha cambiato nome, ma ha anche portato a termine la fusione con l'allora Partito borghese democratico (PBD).

"Due anni prima delle elezioni del 2027"

La notizia delle dimissioni di Pfister a giugno non è un fulmine a ciel sereno. In un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano romando 24Heures, il consigliere nazionale zughese ha dichiarato che lasciando la sua carica in estate, il suo successore averà due anni di tempo per preparare le prossime elezioni federali del 2027. A 24Heures, Pfister ha anche spiegato che gli piacciono le date simboliche. Nove anni fa, aveva già annunciato la sua candidatura alla presidenza proprio il giorno dell'Epifania. "Tradizionalmente, questa è la data in cui la presidenza annuncia le prospettive del partito per il nuovo anno".

"Pronto ad affrontare nuove sfide"

Alla domanda del giornalista se queste dimissioni devono essere viste come la fine della sua carriera politica o come l'inizio di qualcosa di diverso, vedi Consiglio federale, Pfister ha risposto che ha sempre preso le cose come venivano. "Non ha senso rispondere alle domande prima che si presentino". Il presidente uscente del Centro ha aggiunto che nei prossimi sei mesi avrà "molto lavoro da fare all'interno del partito". Quello che è certo - ha proseguito - è che i cittadini del canton Zugo lo hanno eletto consigliere nazionale per quattro anni. "E sono pronto ad affrontare nuove sfide".

"Voci su partenza Amherd"

Pfister ha tenuto a ribadire che la sua decisione è del tutto indipendente da quello che farà Viola Amherd, su cui circolano voci circa un prossimo ritiro. "Non capisco queste voci. Molti altri membri del Consiglio federale sono in funzione da molto più tempo di lei. Spero e credo che resterà in carica ancora per un po'", ha dichiarato. Interrogato ancora dal giornalista di 24Heures se il suo più grande rimpianto non sia stato il fatto di non riconquistare un secondo seggio in Governo, Pfister ha risposto di "no". "Se c'è un rimpianto è l'errore dell'Ufficio federale di statistica, che all'indomani delle elezioni ci ha riportato dietro il PLR, anche se siamo ancora in vantaggio in termini di seggi in Parlamento", ha sottolineato.