La modernizzazione del sistema radio di sicurezza Polycom usato dalla polizia, dai pompieri e dai servizi di primo soccorso è a rischio. Lo scrive in un rapporto il Controllo federale delle finanze (CDF). A causa dei grossi ritardi accumulati nella realizzazione, il successo stesso del progetto è in forse.
Ritardi su ritardi
Polycom è la rete radio di sicurezza delle autorità e delle organizzazioni di salvataggio e di sicurezza utilizzato da 55 mila persone. A causa dell’evoluzione tecnologica, ha bisogno però di essere modernizzato. Un nuovo sistema informatico è previsto entro il 2030. Per raggiungere tale obiettivo, la Confederazione dovrebbe spendere circa 160 milioni di franchi fino a quella scadenza. La modernizzazione dell’infrastruttura cantonale richiederà altri 150-200 milioni. La migrazione dal vecchio al nuovo sistema dovrebbe essere completata entro la fine del 2024. Tuttavia, tale processo è contraddistinto da notevoli ritardi, e ciò fin dal 2020. Non è la prima volta che vengono individuati dei problemi: un anno fa, lo stesso Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP) aveva lanciato l’allarme. La società incaricata del progetto, Atos Suisse SA, ha avuto problemi nel soddisfare i requisiti di sicurezza richiesti. “A causa di problemi tecnici irrisolti e di ritardi massicci da parte dei fornitori, il tempo necessario per la migrazione si sta assottigliando”, nota il CDF. Nonostante le misure adottate per correggere la rotta, il processo stenta a decollare.
“Margine di manovra esaurito”
Il margine di manovra è ampiamente esaurito, avverte il CDF. Oltre alle difficoltà tecniche, i fornitori e le persone che svolgono un ruolo chiave nel progetto potrebbero anche ritirarsi. Il CDF chiede all’UFPP di prepararsi qualora simili timori dovessero verificarsi. Anche l’implementazione del sistema per lo scambio sicuro di dati nazionali (SNEDS) è fonte di preoccupazione. SNEDS è destinato a colmare le potenziali lacune nei sistemi di telecomunicazione in caso di errori tecnici, attacchi informatici o catastrofi naturali con una rete di comunicazione e dati e una rete di monitoraggio della situazione.
Bloccato alla prima fase di realizzazione
Tuttavia, il CDF nota che il progetto è rimasto bloccato alla prima fase di realizzazione. Oltre ai problemi tecnici, la situazione incerta a livello di personale sta portando di fatto il progetto a un punto morto. Un’altra componente fondamentale per una comunicazione stabile e sicura in situazioni di crisi rimane quindi un obiettivo lontano, nonostante un chiaro mandato legale attribuito alla Confederazione. In generale, il CDF critica l’UFPP per la mancanza di una visione d’insieme, anche se i sistemi moderni sono sempre più interconnessi e difficilmente possono essere gestiti singolarmente. I sistemi di telecomunicazione dell’UFPP sono stati creati indipendentemente l’uno dall’altro e sono solo vagamente integrati in una rete unica, secondo il CDF.Il CDF nota anche che l’UFPP ha subito diversi cambiamenti alla sua guida in tempi ristretti. Alla fine del 2019, il Dipartimento della Difesa aveva deciso di separarsi dall’ex direttore. Quello nuovo è stato assunto ad interim per un periodo di nove mesi, prima di essere sostituito da un nuovo capo il 1° gennaio 2021. In tempi di crisi, cambiamenti di questo tipo richiedono un attento monitoraggio da parte del dipartimento. Unica consolazione: il Dipartimento della difesa, della protezione della popolazione e dello sport in mano alla Consigliera federale Viola Amherd si è detto cosciente della gravità della situazione.
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