Svizzera
Il tasso di disoccupazione rimane stabile a gennaio
Keystone-ats
3 anni fa
Il numero di posti di lavoro vacanti registrati è invece aumentato. In Ticino tasso al 3,2%

La disoccupazione è rimasta stabile in Svizzera nel mese di gennaio, ma è lievemente aumentata in Ticino e nei Grigioni. A livello nazionale il tasso si è attestato - come in dicembre - al 2,6%, a fronte del 3,7% dello stesso mese dell’anno scorso e dell’analogo 2,6% del novembre 2019, prima della pandemia. Stando ai dati diffusi oggi dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) il numero dei senza lavoro iscritti agli uffici regionali di collocamento (URC), che nel gennaio 2021 aveva toccato i massimi dal 2010 (oltre 261’000), è salito a 122’268, con un incremento di 540 rispetto a dicembre, ma una flessione di 47’485 sull’arco di dodici mesi. Va peraltro ricordato che nel giugno 2019 le persone senza impiego erano però ancora meno di centomila (97’222).

Tasso al 3,2% in Ticino
In Ticino nel gennaio 2022 il tasso di disoccupazione si è attestato al 3,2% (+0,1 punti rispetto a dicembre, -0,9 su base annua), nei Grigioni all’1,4% (+0,1 e -0,6). I cantoni romandi rimangono i più colpiti dalla disoccupazione, pur restando tutti ampiamente sotto la soglia psicologica del 5%. Con un tasso del 4,4% il primato negativo spetta a Ginevra, seguono Giura (4,2%), Neuchâtel e Vaud (3,7%). Alti sono anche i valori di Basilea Città (3,4%) e Argovia (3,1%). Con un tasso dello 0,7%, Appenzello interno è invece il cantone con meno disoccupati. Il motore economico della nazione, Zurigo, è al 2,3%, un po’ meno della media nazionale. Il Ticino è al settimo posto fra i più toccati dal problema, mentre i Grigioni sono al sesto rango nella graduatoria dei meno colpiti. In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 5472 disoccupati (+195 mensile, -1496 annuo), mentre nel cantone con capoluogo Coira la cifra è di 1523 (+34 e -592).

Meno giovani disoccupati
Tornando all’ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che il numero di giovani (15-24 anni) disoccupati è diminuito di 169 unità rispetto a dicembre a un totale di 10’400, cioè 7366 persone in meno che un anno prima. Il tasso per questa fascia di età si è attestato al 2,0%, stabile sul mese e in flessione di 1,4 punti sull’anno. I lavoratori ultra 50enni sono al 2,8% (stabile e -0,7). I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli URC da oltre un anno) erano 29’076, il 2,7% in meno di dicembre e il 5,2% in meno di dodici mesi prima: 383 giovani, 15’235 25-49enni e 13’363 ultra 50enni. Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro dell’1,8% (stabilità mensile, -0,7 annuo), gli stranieri del 4,9% (stabile e -1,8). Per paese di provenienza, i tassi sono più elevati per i bulgari (13,9%), i rumeni (9,9%), gli africani (9,3%) - che la Seco considera nel loro insieme -, i kosovari (7,9%) e i polacchi (7,3%). L’Ue è al 4,4%. Riguardo ai principali paesi confinanti, la Francia è al 5,2%, l’Italia al 4,7% e la Germania al 2,7%. I dati diffusi dalla Seco si basano sulle persone effettivamente iscritte agli uffici regionali di collocamento (URC). La definizione è quindi diversa da quella dei disoccupati ai sensi dell’Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che opera attraverso sondaggi. L’ultima stima disponibile - pubblicata a metà dicembre - dà la disoccupazione in Svizzera nel terzo trimestre 2021 al 5,1%. Lo scarto fra i due dati - quello della Seco e quello ILO - suscita spesso acceso dibattito. Le quote di senza lavoro registrate dalla Seco sono comunque tradizionalmente basse: negli ultimi 20 anni il valore mensile più elevato è stato del 4,3%, osservato nel gennaio 2004. Va anche sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell’assistenza. Complessivamente, afferma ancora la Seco, le persone in cerca d’impiego registrate nel mese scorso erano 206’867, l’1,3% in meno rispetto a dicembre e il 20,9% in meno di dodici mesi prima. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, le persone che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento è pari a 58’412 (-2809 mensile e -54’632 annuo).

Lavoro ridotto
I funzionari di Berna hanno pubblicato anche i dati relativi al lavoro ridotto per il mese di novembre (ultimo dato disponibile): ha colpito 44’753 persone, ovvero 3511 in meno (-7,3%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende interessate è sceso di 533 unità (-6,7%) portandosi a 7384. Il numero delle ore di lavoro perse è invece aumentano di 63’222 (+2,8%), per un totale di 2,3 milioni di ore. Nel corrispondente periodo dell’anno prima (novembre 2020, periodo segnato dalla pandemia) erano state registrate 19,2 milioni di ore perse, ripartite su 296’592 persone in 34’311 aziende. Sempre in novembre 2848 persone hanno esaurito il diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione.

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