La Camera d'appello del Tribunale penale federale (TPF) ha assolto UBS nel caso dei legami dell'ex Credit Suisse con una rete criminale bulgara, attiva in particolare nel traffico di cocaina, e ha ridotto le pene di altri due imputati. Lo si legge nel dispositivo della sentenza pubblicato oggi.
La condanna in prima istanza
Il Credit Suisse era stato condannato in prima istanza, nel giugno 2022, a una multa di due milioni di franchi e al pagamento di un risarcimento di 19 milioni per violazione della responsabilità aziendale in relazione al reato di riciclaggio di denaro qualificato. La Corte penale del TPF aveva ravvisato da parte della banca carenze sia nel monitoraggio delle relazioni bancarie con la mafia bulgara sia nella sorveglianza delle norme antiriciclaggio nel periodo compreso tra luglio 2007 e dicembre 2008. I fatti precedenti al 27 giugno 2007 sono prescritti. Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) aveva limitato il suo appello incidentale alla sentenza relativa alla banca. Davanti alla Corte penale aveva chiesto la pena massima prevista dalla legge, ovvero 5 milioni e una richiesta di risarcimento per un totale di complessivamente 41 milioni di franchi.
Ridotte le pene a due imputati
Una delle quattro persone inizialmente accusate a fianco del Credit Suisse è nel frattempo deceduta. Due di loro hanno presentato ricorso contro la condanna in primo grado. Uno di loro era un confidente del boss mafioso Evelin Banev.
La Camera d'appello ha condannato il 50enne a una pena detentiva di 29 mesi parzialmente sospesa condizionalmente; la parte incondizionata è stata già scontata con l'accredito dei 316 giorni di carcere preventivo. È stato riconosciuto colpevole di partecipazione a un'organizzazione criminale, riciclaggio di denaro qualificato e tentato riciclaggio di denaro qualificato. La Corte penale lo aveva condannato a una pena detentiva parzialmente sospesa di 36 mesi e a una multa.
La Camera d'appello ha inoltre inflitto una pena detentiva parzialmente sospesa di cinque mesi al coimputato del bulgaro, un vallesano 63enne, per sostegno a un'organizzazione criminale. L'ex dipendente della Julius Bär aveva lasciato la banca per unirsi all'organizzazione bulgara. In prima istanza era stato condannato a una pena detentiva con la condizionale di 14 mesi e a una multa.
I prossimi passi
In una presa di posizione inviata all'agenzia Keystone-ATS, il MPC afferma di aver preso atto della sentenza odierna. Non appena essa sarà disponibile in forma scritta, la procura federale la analizzerà e deciderà come procedere. La sentenza non è ancora passata in giudicato e può essere impugnata davanti al Tribunale federale.
(Sentenza CA.2023.20 del 27.11.2024)