Svizzera
Iniziativa sulla biodiversità: opinioni a confronto
© Shutterstock e Ticinonews
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Redazione
13 giorni fa
La promotrice dell'iniziativa per la biodiversità Anna Biscossa e il presidente dell'Unione contadini ticinesi Omar Pedrini sono i protagonisti del confronto di Ticinonews.

L'iniziativa popolare per la tutela della biodiversità in Svizzera propone misure più rigorose per proteggere animali, piante, e paesaggi. Nonostante esista già un piano governativo per la salvaguardia della biodiversità, i promotori ritengono che esso non sia sufficiente per contrastare la minaccia crescente alla natura, causata principalmente dalla dispersione urbanistica, dallo sfruttamento agricolo e dalle infrastrutture. Il testo dell'iniziativa chiede l'allocazione di risorse e mezzi adeguati per una protezione più efficace. Tuttavia, governo, parlamento e agricoltori si oppongono, temendo che essa imponga regole troppo stringenti e costose.

Biscossa: "Non pagherà l'agricoltura"

Anna Biscossa, una delle promotrici dell'iniziativa "Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio", respinge con forza le accuse secondo cui la proposta andrebbe a penalizzare l'agricoltura, definendo tali affermazioni "non vere". Secondo Biscossa, l'iniziativa non impone limiti rigidi e, anzi, lascia ampio margine di manovra al Parlamento e al Consiglio federale per trovare soluzioni che non vadano a sacrificare i terreni agricoli. "Non è l'agricoltura che dovrà pagare il pegno, ma saranno le superfici cittadine", chiarisce, ribadendo che non c'è alcun intento di ridurre lo spazio di coltura. Per Biscossa, è necessario intervenire con urgenza per fermare la crisi della biodiversità, definita "enorme" e confermata anche dall'Ufficio federale dell'ambiente. Propone quindi una collaborazione tra agricoltori ed ecologisti, sottolineando che "solo con un'alleanza forte" si potranno ottenere risultati positivi. Per lei, la conflittualità attuale è incomprensibile di fronte a un'emergenza che riguarda tutti.

Pedrini: "Non siamo mai coinvolti"

Dall'altro lato, Omar Pedrini, presidente dell'Unione contadini ticinesi, manifesta profonde preoccupazioni riguardo agli effetti dell'iniziativa sull'agricoltura. Pur ammettendo che il testo non nomina esplicitamente le superfici agricole, Pedrini sottolinea che "la storia insegna" come siano proprio queste aree le prime a subire restrizioni. Il timore principale è che, accogliendo l'iniziativa, vengano sottratti ulteriori terreni destinati alla coltivazione, mettendo in difficoltà i produttori agricoli, già impegnati a destinare circa il 20% delle loro superfici alla biodiversità. Pedrini critica anche la mancanza di dialogo tra ecologisti e agricoltori, sostenendo che "ci vengono sempre portate queste iniziative senza essere coinvolti prima". Secondo lui, gli agricoltori sono disposti a fare la loro parte, ma le misure proposte rischiano di limitare eccessivamente la loro capacità di produrre. Inoltre, denuncia l'insufficienza dei supporti economici per il settore, evidenziando che "la chiamano lobby agricola, io la chiamo lobby dei poveri", alludendo alla difficoltà di ottenere miglioramenti concreti per l'agricoltura.