La consigliera federale Karin Keller-Sutter (PLR/SG) è stata eletta presidente della Confederazione per il 2025, con 168 voti su 203 schede valide. L'Assemblea federale ha poi proseguito con l'elezione del vicepresidente del Consiglio federale per il 2025. Con 196 voti su 219 schede valide, è stato eletto Guy Parmelin (UDC/VD).
La prima volta di una donna liberale radicale
L’elezione di Karin Keller Sutter alla Presidenza della Confederazione rappresenta una prima. È infatti la prima volta che una donna liberale radicale assume questa carica, sottolinea il suo partito in una nota odierna, nella quale si congratula con la consigliera federale. "Da politica navigata e capace ad imporsi, è la persona ideale per rivestire questa carica importante per il bene del paese e della popolazione", sottolinea il PLR. A 60 anni (ne copierà 61 il prossimo 22 dicembre), la sangallese è la settima donna a presiedere la Confederazione dopo Ruth Dreifuss (1999), Micheline Calmy-Rey (2007 e 2011), Doris Leuthard (2010 e 2017), Eveline Widmer-Schlumpf (2012), Simonetta Sommaruga (2015 e 2020) e Viola Amherd (2024).
Il discorso di Keller-Sutter
In apertura del suo discorso pronunciato a Camere riunite, Keller-Sutter ha citato gli articoli della Costituzione e delle leggi che regolano il ruolo del presidente. "Si tratta di garantire che il governo, in quanto autorità collegiale, sia in grado di prendere decisioni e agire. Questo sarà il centro dei miei sforzi come presidente della Confederazione", ha spiegato. "In Svizzera [...] sappiamo per esperienza che la vera soluzione non sta nel contrasto, ma nel compromesso", ha aggiunto. Visto il suo ruolo all'interno del Consiglio federale, nel discorso non poteva mancare un accesso allo stato di salute delle casse della Confederazione: "Finanze sane sono un prerequisito per uno Stato forte, sovrano e sociale", ha tenuto a precisare. Keller-Sutter ha poi concluso dicendo di voler "mantenere una buona collaborazione" all'interno del Consiglio federale, con il Parlamento e con "i nostri più importanti partner stranieri, che sono l'UE e gli USA".
Un rituale scontato
L'elezione del presidente della Confederazione è un rituale dall'esito scontato, che si ripete ogni anno il secondo mercoledì della sessione invernale delle Camere federali. Dà però la temperatura del gradimento di un ministro fra i parlamentari sulla base dei voti ricevuti. Il risultato di Keller-Sutter è quindi relativamente buono, soprattutto se paragonato con quello dei suoi due predecessori: Viola Amherd l'anno scorso ottenne 158 voti, due anni fa Alain Berset 140 e nel 2021 il suo collega di partito Ignazio Cassis 156. La peggiore elezione alla presidenza fu però realizzata da Micheline Calmy-Rey nel 2011 quando ricevette soltanto 106 voti, mentre il record è detenuto da Jean-Pascal Delamuraz e Ueli Maurer, entrambi ottennero 201 voti rispettivamente nel 1988 e nel 2018. Con Keller-Sutter, il canton San Gallo sarà rappresentato per la nona volta alla testa della Confederazione. L'ultimo a ricoprire la carica è stato Kurt Furgler nel 1985.
La "lady di ferro svizzera"
Karin Keller-Sutter ha iniziato la sua carriera politica nel feudo democristiano di Wil, in Consiglio comunale. Di formazione interprete, con studi all'estero anche in scienze politiche, è poi stata eletta in Gran Consiglio e ha presieduto per alcuni anni la sezione cantonale del PLR. La sangallese nel 2000 viene eletta in Consiglio di Stato, dove rimane fino al 2012 quale responsabile del dicastero sicurezza e giustizia. La sua intransigenza in materia di violenza nello sport e nella politica degli stranieri le è valso il soprannome di "lady di ferro della Svizzera orientale". Questa fama di "dama di ferro" non le ha giovato nel 2010, quando l'Assembla federale, sovvertendo i pronostici, le ha preferito Johann Schneider-Ammann per succedere al dimissionario Hans-Rudolf Merz. Nel 2011 viene eletta al Consiglio degli Stati. Nel 2019 prede poi il posto dello stesso Schneider-Ammann in Consiglio federale. Nei primi quattro anni dirige il dipartimento di giustizia e polizia (DFGP), dove ha portato avanti una politica piuttosto conservatrice in materia d'asilo. All'inizio dello scorso anno è poi passata al Dipartimento delle finanze (DFF).
Una delle donne più influenti al mondo
Appena insediata nei nuovi uffici, la sangallese ha dovuto affrontare una delle peggiori crisi bancarie della storia svizzera. Liberale convinta ma molto pragmatica, ha dovuto trovare rapidamente una soluzione e farla accettare dalle due banche interessate. L'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS ha suscitato una valanga di commenti e critiche. Da un giorno all'altro la Svizzera, e con lei anche Karin Keller-Sutter, è finita sulle prime pagine della stampa internazionale. Il Financial Times ha addirittura definito la consigliera federale una delle 25 donne più influenti del pianeta del 2023. Da allora Karin Keller-Sutter è considerata la consigliera federale più influente ed è molto apprezzata dalla popolazione. La situazione potrebbe cambiare durante il suo anno presidenziale: considerato il cattivo stato delle finanze federali, la ministra si è assunta le proprie responsabilità e ha annunciato un piano di austerità di circa 4 miliardi di franchi. Tutti i settori, tranne l'esercito, dovranno stringere la cinghia.