
Dopo l'annuncio lo scorso giovedì dei dazi americani sui beni svizzeri non bisogna "cedere all'allarmismo", ha avvertito la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter. "Quello che serve ora, è poter spiegare la situazione al tavolo dei negoziati". "La Svizzera ha buone carte da giocare", ha detto Keller-Sutter in un'intervista diffusa oggi da La Liberté, ArcInfo e Le Nouvelliste. Gli Stati Uniti sono un "partner economico importante" e le imprese elvetiche figurano fra i suoi principali investitori esteri, ha spiegato. "Mostreremo il nostro valore aggiunto, che non è solo di natura economica", ha aggiunto sottolineando che la Svizzera offre anche i suoi buoni uffici rappresentando gli interessi statunitensi in Iran dal 1980.
Niente compromessi su agricoltura e OGM, malgrado il rischio delocalizzazioni
Per i negoziati con Washington, la liberale-radicale sangallese non intende mollare sulle protezioni agricole o sul rifiuto degli OGM in Svizzera, uno dei rimproveri mossi dal presidente americano Donald Trump. "Vogliamo analizzare la situazione in dettaglio prima di immaginare misure". Ma anche se per ora la Confederazione non prevede ritorsioni, "non escludiamo al momento alcuna opzione", ha detto.
Di fronte al rischio di delocalizzazione di imprese elvetiche negli Stati Uniti per sfuggire ai dazi, Keller-Sutter evidenzia come sia ancora "prematuro" prendere decisioni in materia di politica economica in Svizzera. "Ma il Consiglio federale vigila e agirà se un tale bisogno si farà sentire".
Una misura che colpisce duramente in Svizzera
Come noto, gran parte dei prodotti che gli Usa importano dal resto del mondo sono colpiti - a partire da oggi alle 06:01 ore svizzere - da dazi addizionali del 10%. La misura è però decisamente più severa per alcuni Paesi: per la Svizzera i dazi raggiungeranno il 31%.