Svizzera
"La Confederazione è una macchina di sovvenzioni"
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Ats
3 ore fa
La presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter commenta il pacchetto di tagli alla spesa della Confederazione. "Frenare la crescita dei costi è positivo, perché l'alternativa è toccare i cittadini, aumentando le imposte".

La Confederazione è una macchina di distribuzione di sovvenzioni a vari attori del paese: lo afferma la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, commentando il piano di sgravio della spesa statale adottato mercoledì dal Consiglio federale, che punta ad alleggerimenti compresi fra 2,7 e 3,6 miliardi di franchi. "Non si tratta di austerità, né di un pacchetto di risparmio", afferma la responsabile del Dipartimento federale delle finanze (DFF) in un'intervista alla radio romanda RTS. "È veramente solo un piano di alleggerimento, perché tutto quello che facciamo è frenare la crescita della spesa, nella misura dell'1%: invece di una progressione del 3% ne avremo una del 2%".

"L'alternativa è aumentare le imposte"

"Non c'è alcun taglio sulla socialità, non vi sono tagli veramente seri, che farebbero male", prosegue la 61enne. "C'è invece una riduzione delle sovvenzioni. E io ritengo che non è il compito del contribuente pagare per ogni sovvenzione in questo paese e contribuire a ogni interesse particolare. È questo il problema. Il budget della Confederazione è un budget di trasferimenti: l'80% degli introiti esce immediatamente e viene distribuito: ai cantoni, alle associazioni, ai politecnici, alle FFS...", insiste l'esponente del PLR. "La Confederazione è una macchina di sovvenzioni e se si si frena la crescita della spesa è una buona cosa, perché l'alternativa è aumentare le imposte: ed è lì che si arriva a toccare il cittadino".

"Dobbiamo restare stabili finanziariamente"

Secondo la politica sangallese mettere ordine nelle finanze è una buona cosa. "Guardate all'estero, in Germania per esempio: il governo non ha più funzionato a causa di questioni di soldi"; e la Francia ha una situazione finanziaria "deplorevole". "Questo non è l'obiettivo della Svizzera, dobbiamo rimanere autonomi e stabili finanziariamente per poter agire in caso di crisi, come abbiamo fatto per il Covid o per gli ucraini". Ma volendo agire sul fronte delle uscite invece che su quello delle entrate - chiede il giornalista radiofonico - si preferisce garantire i dividendi degli azionisti, invece che il potere d'acquisto dei cittadini? "Non abbiamo un problema di introiti, abbiamo un gettito fiscale considerevole", risponde l'intervistata. "Ma spendiamo troppo". Si dovrà contribuire di più per l'AVS - invecchiamento della popolazione e 13esima rendita - e per l'esercito, come deciso dal parlamento. "Dobbiamo fare in modo che le finanze siano in equilibrio".

Le polemiche

Il progetto del governo sta però nel frattempo già facendo discutere e non mancano anche i toni polemici. "Karin Keller-Sutter afferma in modo tranquillizzante che anche lei, come persona privata, sa cosa vuol dire risparmiare", chiosa la presidente dei Verdi Lisa Mazzone in un'intervista pubblicata ieri dal Blick. "Ma è più facile parlare di risparmio per chi ha uno stipendio da consigliere federale e vola in giro per il mondo con il jet del governo. La Svizzera ha una delle quote di indebitamento più basse al mondo", argomenta l'ex consigliera agli stati ginevrina. "E negli ultimi anni il Consiglio federale ha ripetutamente presentato previsioni troppo pessimistiche, per poi semplicemente chiudere con i conti in attivo. Sembra che sia così anche quest'anno!".

La replica

"Al contrario, ora è estremamente importante per il paese investire nel futuro", sostiene la donna politica con studi in lettere. "Dobbiamo affrontare le più grandi sfide del nostro tempo, ma purtroppo abbiamo un Consiglio federale senza futuro. Nonostante il pacchetto di austerità, l'esecutivo sta spendendo miliardi per l'esercito, tagliando sulla sicurezza sociale, sui trasporti pubblici e sull'istruzione. Attualmente stiamo assistendo alla marcia spietata di una maggioranza UDC-PLR in governo che vuole catapultare la Svizzera indietro negli anni Ottanta", conclude la 37enne.