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Promozioni false, greenwashing, promesse infondate: la Federazione romanda dei consumatori (FRC) vuole mettere alla prova la legge contro la concorrenza sleale. Ha già presentato una denuncia contro il produttore di attrezzature sportive ON e sta lanciando una campagna di informazione. Dal 1° gennaio, la legge considera ingannevole qualsiasi pubblicità che utilizzi affermazioni di impatto climatico non dimostrabili. La FRC è determinata a verificare l'efficacia della nuova norma. Sophie Michaud Gigon, segretaria generale della FRC, sottolinea che non esiste alcun obbligo legale di monitorare il mercato. Né esiste un quadro chiaramente definito a cui le aziende devono attenersi, ha dichiarato oggi a Keystone-ATS. "Senza trasparenza, non ci può essere una vera scelta né una sana concorrenza tra gli operatori del mercato".
Scarpe riciclate?
La FRC si è interessata in particolare al caso di un abbonamento per scarpe da ginnastica offerto da ON. Nel 2024, il programma Temps Présent della Televisione romanda RTS ha rivelato che il riciclaggio promesso in realtà non avviene. Il marchio promette equipaggiamenti eco-responsabili rinnovabili ogni sei mesi. Dopo le rivelazioni, le discussioni tra la FRC e l'azienda hanno portato solo a piccole modifiche del sito web. Secondo l'associazione dei consumatori, le informazioni sono ancora fuorvianti e incomplete, cosa che ON e i suoi dirigenti contestano. La FRC ha quindi deciso di presentare una denuncia alla Procura di Zurigo. ON ha riferito a Keystone-ATS di non aver ancora ricevuto la denuncia.
Campagna con i consumatori
La FRC condurrà anche una campagna di informazione. I cittadini sono invitati a fornire esempi di promesse legate al clima in cui si imbattono quotidianamente nella pubblicità o in qualsiasi altro mezzo di comunicazione. La FRC contatterà quindi le aziende interessate e valuterà la necessità di denunciarle. Per l'organizzazione di tutela dei consumatori, molte aziende diffondono spudoratamente affermazioni vuote, promesse non mantenute o argomentazioni di vendita fuorvianti. Il fatto che la legge non punisca questa pubblicità ingannevole è un segno che deve essere inasprita.
Interventi in Parlamento
Vista la difficoltà di punire queste pratiche, Sophie Michaud Gigon, che è anche consigliera nazionale vodese dei Verdi, è già intervenuta al Parlamento federale. A suo avviso, è necessaria una migliore definizione di ciò che è sostenibile ed ecologico, perché oggi le grandi aziende giocano con i termini. La parlamentare ritiene inoltre che la Segreteria di Stato all'economia (Seco) dovrebbe essere dotata di maggiori poteri per monitorare il mercato in modo più efficace, che la soglia per la segnalazione delle violazioni dovrebbe essere abbassata prima di intraprendere un'azione legale e che le multe dovrebbero essere aumentate per renderle un vero deterrente. Nella prossima sessione dell'Assemblea federale di marzo, il Consiglio nazionale dovrebbe esaminare una delle sue mozioni per migliorare la lotta contro il greenwashing nella pubblicità. Nella sua risposta scritta del 2023, il Consiglio federale ha ritenuto sufficiente l'attuale meccanismo di reclamo e ha proposto di respingere il testo.