Il Consiglio federale ha adottato ulteriori provvedimenti nei confronti della Russia, riprendendo le ultime sanzioni emanate dall’Unione europea (UE) lo scorso 6 ottobre nell’ambito dell’8° pacchetto. Le nuove disposizioni entrano in vigore oggi alle ore 18:00.
Cosa prevedono le nuove sanzioni
Le misure comprendono una base giuridica per introdurre limiti massimi di prezzo al petrolio greggio e ai prodotti petroliferi russi (oil price cap) e limitazioni riguardanti altri prodotti siderurgici, beni per l'aviazione e l'industria spaziale e beni economicamente importanti per la Russia, precisa una nota del Governo. I provvedimenti includono anche il divieto di fornire altri servizi (consulenza informatica, ingegneria, architettura, consulenza giuridica) al governo russo e a imprese russe, nonché di far parte dei consigli di amministrazione di alcune società statali russe. "In questo modo la Svizzera assicura l'accesso alla giustizia svizzera e garantisce pienamente lo Stato di diritto", sottolinea il Governo, ricordando che questa era la condizione posta per l'adozione dei nuovi divieti.
Embargo sulle armi nei confronti della Russia
Oltre ad adottare le misure dell'ottavo pacchetto di sanzioni dell'UE, il Consiglio federale ha emanato un embargo sulle armi nei confronti della Russia. Un embargo peraltro esteso anche all'Ucraina "per motivazioni inerenti alla neutralità svizzera". Finora questo embargo nei confronti della Russia era stato attuato in gran parte in base alla legislazione vigente sul materiale bellico e sul controllo dei beni a duplice impiego. Con l'adozione dell'embargo sulle armi, ora esso figura esplicitamente nell'ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina.
Ok all'acquisto di alcuni concimi
Il Consiglio federale - che già in agosto aveva sottolineato l'intenzione della Svizzera di contribuire alla lotta contro le crisi alimentari ed energetiche globali - ha inoltre deciso oggi di consentire, attraverso la modifica dell'ordinanza, l'acquisto di alcuni concimi a condizione che i beni siano destinati a un Paese terzo. La decisione si basa sulla particolare importanza della Svizzera nel commercio globale di fertilizzanti.