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Le possibili leggi sull'aumento di capitale? Ubs: "Pericolose per la competitività del settore"
©Gabriele Putzu
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Ats
14 giorni fa
Il presidente del CdA di Ubs, durante l'assemblea generale dell'Istituto, si è espresso in merito alle possibili nuove leggi che implicherebbero un aumento di capitale proprio per la banca. Ermotti: "Per noi è un diritto e un dovere partecipare alle discussioni".

Durante l'assemblea generale di UBS in corso a Lucerna, il presidente del consiglio di amministrazione Colm Kelleher ha espresso una forte preoccupazione riguardo alle possibili nuove normative sul capitale bancario. Ha descritto questo momento come "decisivo" per il futuro della banca e del settore finanziario svizzero, sottolineando come l'esito del dibattito normativo influenzerà profondamente il destino dell'istituto. Kelleher, stando al testo del suo discorso, ha ricordato come UBS sia già oggi soggetta a requisiti patrimoniali tra i più severi al mondo, criticando le "richieste di capitale aggiuntive estreme" proposte dalla Banca Nazionale Svizzera (BNS) e dall'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA). Ha avvertito che un'ulteriore stretta regolamentare, il cosiddetto "Swiss Finish", in un contesto di crescente concorrenza internazionale, danneggerebbe la competitività di UBS e dell'intero settore finanziario elvetico.

Il crollo di Cs "causato da anni di errori strategici"

Il presidente di UBS ha anche commentato il crollo di Credit Suisse, attribuendolo a "anni di errori strategici, cattiva gestione e concessioni normative". Ha affermato che concentrarsi esclusivamente sui requisiti di capitale non è la lezione giusta da trarre da questi eventi. Tuttavia, UBS sostiene misure come il rafforzamento della responsabilità personale, una maggiore trasparenza finanziaria e miglioramenti nella capacità di risoluzione delle crisi bancarie. Kelleher ha respinto le accuse di "lobbying eccessivo" da parte di UBS, sottolineando il dovere della banca di proteggere gli interessi degli azionisti di fronte al rischio di una regolamentazione eccessiva. Sulla stessa linea si è espresso il CEO Sergio Ermotti: la banca non ha intenzione di moderare il suo approccio nel dibattito sulle future regolamentazioni bancarie.

"È un diritto e un dovere partecipare alle discussioni"

Il ticinese ha sottolineato che è "diritto e dovere" di UBS partecipare attivamente a questa discussione, sia proponendo soluzioni che reagendo alle proposte. La banca, ha affermato secondo il testo del suo discorso, continuerà a difendere con determinazione gli interessi dei suoi "stakeholder", sia in Svizzera che all'estero, e insisterà affinché le decisioni siano basate su dati di fatto e non su opinioni personali. Ermotti ha inoltre evidenziato l'importanza di dimostrare i benefici che una grande banca globale, con una gestione attenta dei rischio, può apportare alla Svizzera, auspicando una solida partnership tra il Paese e UBS.

L'integrazione di Credit Suisse in Ubs

Parallelamente, il CEO ha informato gli azionisti sui progressi nell'integrazione di Credit Suisse, annunciando l'avvio dell'ultima fase, che prevede il trasferimento di oltre un milione di conti clienti e 95 petabyte (ossia 95'000 terabyte, ndr.) di dati sulla piattaforma di UBS. Questo trasferimento, il più grande in termini di volume di dati mai realizzato in un'acquisizione bancaria, dovrebbe concludersi nella prima metà del 2026. Ermotti ha rassicurato gli azionisti sull'impegno della banca a minimizzare l'impatto sui clienti e ha ribadito l'obiettivo di tornare ai livelli di redditività pre-acquisizione. Kelleher, illustrando le priorità per il futuro, ha definito il 2025 un anno impegnativo per i mercati, con un focus sulla crescita nei mercati chiave come gli Stati Uniti e l'Asia.