Grigioni
L'ex giudice del Tribunale amministrativo condannato per aver stuprato una praticante
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Keystone-ats
5 giorni fa
La corte del Tribunale regionale Plessur ha ritenuto "credibile" la testimonianza dell'ex praticante e lo ha condannato a una pena detentiva di 23 mesi con la condizionale. La donna, oggi 27enne, aveva raccontato in dettaglio i fatti avvenuti il 13 dicembre 2021, il giorno in cui è avvenuta la violenza carnale.

L'ex giudice del Tribunale amministrativo grigionese a processo a Coira è stato dichiarato colpevole di violenza carnale, molestie sessuali fisiche e ripetute minacce contro una ex praticante. Lo ha stabilito il Tribunale regionale Plessur, condannandolo a una pena detentiva di 23 mesi con la condizionale. Dopo l'udienza durata due giorni a fine ottobre con interrogatori approfonditi all'imputato e alla vittima, la corte del Tribunale regionale Plessur ha ritenuto "credibile" la testimonianza dell'ex praticante. Lo si legge nel comunicato rilasciato oggi ai giornalisti. La donna, oggi 27enne, aveva raccontato in dettaglio i fatti avvenuti il 13 dicembre 2021, il giorno in cui è avvenuta la violenza carnale. La vittima aveva cercato più volte di allontanare l'ex giudice, facendogli capire "inequivocabilmente" che lei non voleva. Malgrado ciò l'uomo l'ha violentata.

Un anno e 11 mesi di pena detentiva

L'imputato aveva negato le accuse, sostenendo che il rapporto fosse stato consenziente. La difesa aveva chiesto l'assoluzione completa. La Procura grigionese aveva invece chiesto una pena detentiva di due anni e mezzo, una pena pecuniaria e una multa. Il Tribunale regionale ha seguito quasi completamente le richieste dell'accusa. L'ex magistrato è stato condannato in prima istanza a una pena detentiva di 23 mesi e una pecuniaria di 60 aliquote giornaliere di 90 franchi, entrambe con la condizionale. Inoltre il 49enne dovrà pagare una multa di 2300 franchi e risarcire la vittima con un importo di 17'000 franchi. Nella nota si legge che l'ex giudice è stato assolto dall'accusa di molestie sessuali scritte "in assenza di premeditazione in dubio pro reo". Le accuse per molestie verbali e fisiche ripetute sono state archiviate, perché sono cadute in prescrizione. La sentenza non è ancora cresciuta in giudicato.

Critiche a uno dei giudici

Il processo, che si è tenuto il 31 ottobre e il primo novembre, aveva riscosso molto interesse, tanto che l'udienza aveva avuto luogo in una sala all'interno dell'edificio del Gran Consiglio. Nei giorni a seguire aveva fatto discutere la domanda posta da un giudice alla vittima, ovvero se non avesse potuto stingere di più le gambe, così da evitare la violenza. Anche la descrizione della vittima da parte della difesa come una "femme fatale" aveva suscitato stupore. Contro queste dichiarazioni lo scorso venerdì circa 200 persone hanno manifestato davanti all'edificio del Gran Consiglio.

Difesa scioccata - Procura esamina

Keystone-ATS ha interpellato le parti per una reazione dopo il verdetto. La difesa si dice "delusa e scioccata" dalla sentenza del Tribunale regionale Plessur. Secondo l'avvocato, Tanja Knodel, la difesa ha spiegato in modo dettagliato i "notevoli dubbi" e di "aver argomentato in modo convincente l'assoluzione". L'avvocato sottolinea che il caso non sottostà al nuovo diritto penale in materia sessuale, entrato in vigore nel luglio di quest'anno, in cui viene attuata la soluzione "no significa no". Secondo la vecchia legislazione, è necessario che l'aggressore superi la resistenza della vittima. L'avvocato dell'ex giudice scrive a Keystone-ATS che ora analizzerà le motivazioni della sentenza con molta attenzione. Il processo d'appello dipenderà anche dal fatto che "l'imputato abbia risorse, forze ed energie sufficienti per affrontare di nuovo un simile processo". Il Ministero pubblico grigionese ha dal canto suo preso atto della decisione. "Con questa sentenza, il Tribunale ha seguito in larga misura le argomentazioni e le richieste della Procura", scrive quest'ultima a Keystone-ATS. Nei prossimi giorni esaminerà la decisione e deciderà come procedere. "La presunzione d'innocenza continuerà a valere fino alla condanna definitiva", continua la Procura.

Critiche a uno dei giudici

Il processo, che si è tenuto il 31 ottobre e il primo novembre, aveva riscosso molto interesse, tanto che l'udienza aveva avuto luogo in una sala all'interno dell'edificio del Gran Consiglio. Nei giorni a seguire aveva fatto discutere la domanda posta da un giudice alla vittima, ovvero se non avesse potuto stingere di più le gambe, così da evitare la violenza. Anche la descrizione della vittima da parte della difesa come una "femme fatale" aveva suscitato stupore. Contro queste dichiarazioni lo scorso venerdì circa 200 persone hanno manifestato davanti all'edificio del Gran Consiglio.