Geopolitica
"L'instabilità del mondo mette la Svizzera alla prova"
©Chiara Zocchetti
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Keystone-ats
22 giorni fa
È l'analisi di Economiesuisse, che prevede una crescita leggermente inferiore al suo potenziale.

I mercati mondiali instabili mettono alla prova anche l'economia svizzera e la situazione non cambierà nei mesi a venire: è l'analisi di Economiesuisse, che prevede una crescita leggermente inferiore al suo potenziale. Concretamente l'associazione che rappresenta le imprese elvetiche si aspetta una progressione del prodotto interno lordo (Pil) dell'1,1% quest'anno e dell'1,4% nel 2025 (a fronte del +5,4% del 2021, del +2,7% del 2022 e del +0,7% del 2023). L'inflazione dovrebbe attestarsi all'1,3% nel 2024 e allo 0,8% nei dodici mesi successivi. Il tasso di disoccupazione "rimarrà basso", rispettivamente al 2,4% (2024) e al 2,6% (2025), in progressione rispetto al 2,0% dell'anno scorso.

Tensioni geopolitiche

Le tensioni geopolitiche permangono, con il mondo che continua a frammentarsi in blocchi commerciali e con i singoli mercati che si isolano l'uno dall'altro, affermano gli esperti di Economiesuisse. Tutto ciò non è destinato a cambiare dopo l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca: al contrario, è probabile che verranno erette ulteriori barriere commerciali, accompagnate da contromisure da parte di altri paesi. Intanto la Cina non svolge più il ruolo di locomotiva della crescita mondiale. La sua economia interna sta subendo le conseguenze dell'esplosione della bolla immobiliare: i consumi si stanno indebolendo e gli investimenti sono scarsi. E nel frattempo la guerra in Ucraina e i conflitti in Medio Oriente continuano a incidere sulla congiuntura mondiale e a causare incertezza.

"Veleno per l'industria svizzera"

Tutto questo è veleno per l'industria svizzera d'esportazione, che complessivamente - sempre secondo l'organizzazione - sta tuttavia resistendo anche in un contesto internazionale difficile, grazie a un'attenzione particolare per prodotti di nicchia altamente specializzati e all'innovazione. Se la domanda nell'industria automobilistica europea è debole, ad esempio, ciò è problematico per la Svizzera, ma non rappresenta una minaccia esistenziale dato che altri mercati sono in grado di compensarla parzialmente. In tutti i casi le sfide all'estero aumenteranno anziché diminuire, in particolare per i comparti fortemente orientati verso la Germania e la Cina. L'economia interna elvetica può invece contare su una domanda stabile: le famiglie stanno beneficiando di aumenti dei salari reali nonché della bassa disoccupazione e anche la spesa pubblica è robusta. A livello settoriale l'edilizia, il commercio all'ingrosso e quello al dettaglio, la sanità, i servizi di consulenza, l'informatica e le telecomunicazioni saranno in grado di registrare una crescita; le difficoltà saranno invece maggiori per l'industria della stampa e dell'editoria. Secondo Economiesuisse la situazione sul mercato del lavoro si sta normalizzando: il numero di posti vacanti sta diminuendo e la carenza di manodopera si sta leggermente attenuando. Le prospettive occupazionali rimangono complessivamente buone, in quanto le imprese che desiderano ampliare il proprio organico sono più numerose di quelle che intendono ridurlo.