Lisa Mazzone ha annunciato la sua candidatura alla presidenza dei Verdi svizzeri. La ginevrina è così la prima a farsi avanti per correre alla poltrona che Balthasar Glättli lascerà libera. "Dopo un'attenta riflessione, ho deciso di candidarmi alla presidenza del mio partito", ha dichiarato questa sera a diversi media l'ex "senatrice". Dopo i risultati ottenuti alle ultime elezioni federali, il presidente dei Verdi Glättli ha comunicato che non si sarebbe più riproposto in primavera, sostenendo che il suo partito avesse bisogno di un nuovo inizio e di un nuovo volto.
La ginevrina aveva annunciato il ritiro dalla politica
L'ex consigliera agli Stati ha dovuto lasciare Berna lo scorso autunno, non essendo stata rieletta nel quadro delle ultime federali. Al ballottaggio è infatti finita solo terza dietro Mauro Poggia (MCG) e l'altro uscente Carlo Sommaruga (PS). Eletta al Nazionale nel 2015, dopo una sola legislatura la oggi 35enne è passata alla Camera dei Cantoni, dove ha trascorso altri quattro anni. Dopo la sconfitta al secondo turno a novembre, Mazzone aveva annunciato il suo ritiro dalla politica.
"Il mio cuore batte per i Verdi"
"Per me è chiaro: non solo il mio cuore batte per i Verdi, ma sono consapevole di poter sfruttare le mie competenze per far smuovere la situazione", ha però dichiarato l'italo-svizzera oggi sul portale di Le Temps. "Voglio dare il mio contributo in questo momento chiave, caratterizzato dall'ascesa dell'estrema destra, e mentre sembrano avverarsi gli scenari più critici in materia di clima e biodiversità, ora che spira un forte vento contrario sulle questioni che riguardano l'ambiente", ha aggiunto Mazzone. "Sono convinta che il nostro partito abbia un ruolo importante da svolgere".
La scadenza per le candidature è il 4 febbraio
La scadenza per le candidature alla presidenza del partito è fissata per il 4 febbraio. I delegati eleggeranno il nuovo presidente in occasione dell'assemblea prevista il 6 aprile. Diversi parlamentari si sono già tirati indietro, tra cui i consiglieri nazionali Gerhard Andrey (FR), Fabien Fivaz (NE), Aline Trede (BE) e la ticinese Greta Gysin.