In occasione dell'apertura odierna, davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona, del processo di secondo grado sul riciclaggio di denaro della mafia bulgara, UBS ha chiesto la sospensione del procedimento. Secondo la banca, bisognerebbe attendere il parere definitivo del Tribunale federale (TF) in merito alla sua richiesta di archiviazione del caso.
La vicenda
UBS si trova sul banco degli imputati a causa della decisione, espressa a inizio settembre dalla Corte d'appello del TPF, di trasferirle le responsabilità di Credit Suisse. Quest'ultimo istituto è in effetti stato condannato nel giugno 2022 per aver aiutato l'organizzazione di Evelin Banev, capo di una rete criminale che importava decine di tonnellate di cocaina in Europa, a riciclare parte dei proventi dell'attività. Dopo l'acquisizione dell'ex rivale, nel processo è ora subentrata UBS dato che, stando alla corte, l'accordo di fusione tra i due giganti bancari prevede la ripresa della posizione di Credit Suisse in tutti i procedimenti legali, arbitrali e amministrativi.
La posizione di UBS
Secondo un avvocato di UBS però, non esiste alcuna base giuridica per tale meccanismo. Il Consiglio federale ha architettato la ripresa di Credit Suisse per salvare la piazza finanziaria svizzera, ha fatto notare il legale. Il processo riguarda fatti avvenuti 17 anni fa in un'altra banca gestita da altri organi, ha continuato il difensore. UBS non aveva dunque nessun controllo su quanto successo, ha sottolineato, chiedendo lo stop del procedimento fino a quando il TF si sarà espresso sulla domanda di archiviazione.