
Michele Moor è da sabato il nuovo presidente della Società svizzera degli ufficiali. Il ticinese, già presidente della SSU dal 2005 al 2008, è subentrato al colonnello Dominik Knill, che non si è ricandidato dopo quattro anni di mandato. Il 60enne ricoprirà il ruolo per i prossimi tre anni ed è stato eletto dall'assemblea generale dei delegati a Bougy-Villars, nel Canton Vaud. Michele Moor, ospite a Ticinonews, ha parlato delle motivazioni che lo hanno spinto ad accettare la carica e della sua visione dell'esercito.
Lei aveva ricoperto questa carica tra il 2005 e il 2008. Con che spirito affronta questa sfida?
"Ho accettato come cittadino e come ufficiale osservando come la Società svizzera degli ufficiali è un po’ scomparsa dalla scena di politica di sicurezza. Una volta era uno dei principali attori in caso di eventi in ambito di politica di sicurezza veniva subito interpellata. Negli ultimi anni non è più stato così, anche a seguito di vicissitudini interne alla società. Ho voluto mettere a disposizione le mie capacità e le mie risorse per cercare di portarla a essere quello che era".
Come ha intenzione di ritornare al centro della scena?
"La situazione attuale è molto interessante e c’è spazio per proporre delle idee e delle soluzioni. Si è creato un vuoto dove ogni tanto entra qualcuno. L’importante è presentarsi ai media, alla popolazione e alla politica".
La situazione a livello nazionale e internazionale è complicata. Ci sono state le dimissioni di Viola Amherd, quella del capo dell’esercito, quello del direttore del servizio delle attività informative della Confederazione. Cosa sta succedendo all’esercito elvetico?
"La situazione è grave, perché la situazione geopolitica è grave. Proprio mentre la situazione è grave, se ne vanno il capo dipartimento e due o tre persone importanti dell’esercito. Il perché non lo so, magari lo saprò presto".
Süssli aveva dichiarato che “in caso di guerra le forze armate svizzere potrebbero resistere solo poche settimane”. Chi ci dovrebbe attaccare?
"È giusto che il capo dell’esercito faccia degli scenari e che sappia quello che può fare e quello che non può fare. È vero che purtroppo le capacità di difesa dell’esercito svizzero, non è sufficiente. Adesso non ci attacca nessuno, però bisogna rendersi conto che non ci si può preparare immediatamente, quindi è importante essere sempre pronti".