Zurigo
Minorenni palpeggiati sui treni, misura stazionaria per 62enne
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Keystone-ats
10 ore fa
L'uomo era già stato condannato più volte per fatti analoghi. In aula si è giustificato affermando che aveva "l'abitudine di toccare le persone".

Un uomo di 62 anni originario dello Sri Lanka che ha palpeggiato diversi ragazzi minorenni avvicinati sui treni dovrà seguire una misura terapeutica stazionaria. Il Tribunale distrettuale di Zurigo lo ha condannato oggi a 38 mesi di prigione per una lunga serie di abusi sessuali, ma ha sospeso la pena in favore della terapia. Il padre di famiglia, che nonostante diverse condanne precedenti ha continuato a molestare minorenni, sarà inoltre espulso dalla Svizzera e dallo spazio Schengen per un periodo di cinque anni. Il tribunale ha giudicato il 62enne colpevole ripetuta coazione sessuale, atti sessuali con fanciulli, tentati atti sessuali con fanciulli e molestie sessuali. Il processo odierno riguardava le aggressioni a sfondo sessuale commesse su sei giovani di età compresa tra i 14 e i 17 anni, tutti avvicinati su treni delle FFS fra il 2020 e il 2024.

Un'"abitudine"

In aula l'uomo ha provato a giustificarsi affermando che aveva "l'abitudine di toccare le persone". Ha promesso di volersi migliorare e ha chiesto alla corte di dargli una "ultima chance". Il tribunale distrettuale non gliel'ha tuttavia concessa. L'uomo era già stato condannato in passato a più riprese per fatti analoghi. In più occasione gli era stato vietato di lavorare in presenza di bambini e giovani, ma ha continuato a commettere reati con la stessa metodologia. A bordo dei treni si sedeva accanto a un adolescente dall'aspetto molto giovane e utilizzava una giacca in modo da coprire anche le gambe e il grembo dei ragazzi, per poi palpeggiarli fino alle parti intime.

Le richieste delle parti

La pubblica accusa chiedeva di condannare l'uomo anche per atti sessuali con persone inette a resistere e ha richiesto una condanna a 40 mesi senza la condizionale, una terapia stazionaria e l'espulsione dalla Svizzera per sei anni. La difesa ha contestato l'accusa più grave, battendosi per una riduzione della pena a 13 mesi sospesi, una terapia ambulatoriale e chiedendo che il suo assistito venisse immediatamente rilasciato dalla detenzione preventiva.