Sanità
Modello Singapore, "muoversi verso questo sistema è poco realistico"
Redazione
6 mesi fa
Il ricercatore Igor Francetic analizza il modello sanitario di Singapore per capire se possa essere applicato in Svizzera, evidenziando differenze culturali e demografiche e la necessità di riforme nel sistema di assicurazione malattia.

La proposta citata ieri dal numero 1 di Sanitas è il modello di Singapore, secondo cui, in sintesi, ogni persona risparmia per le proprie spese mediche e la compagnia assicurativa paga solo per gli interventi costosi. Ma un modello simile consentirebbe davvero di risparmiare e, soprattutto, sarebbe applicabile nel nostro paese? Lo abbiamo chiesto al ricercatore SUPSI in economia sanitaria Igor Francetic, che ha iniziato la sua analisi da due considerazioni.

Gli aspetti evidenziati

"La prima considerazione", spiega Francetic, "è l'esistenza del prelievo obbligatorio che va a rimpolpare questo piano di risparmi individuale, e varia tra l'8% e l'11% dello stipendo. Quindi, è come se fosse una tassa imposta a tutti". La seconda considerazione "è che esiste una sorta di fondo sovrano pubblico a Singapore che garantisce la copertura delle spese per le fasce meno abbienti della popolazione. Vi sono inoltre altre due cose da dire: il sistema di valori a Singapore, si può tranquillamente dire, è molto diverso da quello svizzero. E c'è anche una differenza leggera di popolazione: Singapore ha una popolazione leggermente più giovane di quella svizzera e certamente più giovane di quella del Ticino, se pensiamo alla nostra situazione locale".

Fattibile in Svizzera?

"Dunque" continua il ricercatore, "alla luce di tutto questo, i risparmi sul consumo individuale probabilmente ci sarebbero, così come ci sarebbero se si alzassero le franchigie nel sistema LAMal". Tuttavia "affermare che è possibile muoversi verso questo sistema nel nostro Paese comporta il decidere se introdurre una tassa obbligatoria basata sul reddito per coprire le spese sanitarie individuali sia fattibile in Svizzera oppure no. Per quello che abbiamo visto in termini di proposte di riforma del sistema sanitario in Svizzera, un cambiamento così radicale sembra essere poco realistico."

L'ipotesi cassa malati unica

E per quanto concerne la volontà di lanciare una nuova iniziativa popolare per introdurre una cassa malati unica, ventilata nei giorni scorsi, "ritengo che risponda a dinamiche diverse", afferma Francetic. "Personalmente non credo che muoversi su una cassa malati unica sia la soluzione ai mali che affliggono la LAMal, che sono altri: è il sistema basato su assicurazione con franchigie che sono rimaste nel passato e non sono state adeguate ai tempi e all'evoluzione dei salari e dei costi della salute, ed è anche la natura stessa del sistema di assicurazione che introduce incentivi che portano tendenzialmente ad un aumento dei consumi. La classica idea del 'sono obbligato ad assicurarmi e quindi consumo'". Spostarsi da tanti assicuratori alla cassa malati unica "potrebbe risolvere forse alcuni problemi, ma ne potrebbe anche creare altri. Non credo che sia la soluzione", conclude Francetic.