Tecnologie
Nao, il robot-educatore entra negli asili nido vodesi. "È uno strumento pedagogico in più"
L'obiettivo è preparare i bambini" ad adattarsi a un mondo in continua evoluzione e ad impegnarsi affrontare le sfide future", spiega il direttore generale Olivier Delamadeleine.

"Ciao, sono Nao e sono felice di essere a La Nanosphère. Non vedo l'ora di conoscervi e di parlare con voi nelle prossime settimane!" Con queste parole il robot-educatore, saluta i bambini e i loro genitori quando arrivano negli asili nido del gruppo vodese Educalis che sta visitando da qualche giorno. L'intelligenza artificiale, l'automazione, la digitalizzazione e la robotica stanno infatti sollevando molti interrogativi anche nell'ambito della prima infanzia e proprio in quest'ottica il gruppo -che comprende scuola privata, campi di vacanza e quattro asili nido- prova a proporre metodi di insegnamento immersivi e orientati al futuro ai bambini. L'obiettivo è prepararli "ad adattarsi a un mondo in continua evoluzione e ad impegnarsi affrontare le sfide future", spiega il direttore generale Olivier Delamadeleine. "Con le sue capacità interattive, Nao si presenta come un compagno di apprendimento innovativo. Si tratta di una sensibilizzazione alla robotica. Non si sostituisce ai professionisti dell'infanzia, ma arricchisce l'esperienza dei bambini", aggiunge, concludendo che la missione del robot è "fornire consigli e suggerimenti per stimolare la curiosità dei bambini e sviluppare la loro cultura generale".

"Bambini e genitori volevano portalo a casa"

"La primissima volta che l’abbiamo presentato ai bambini qualcuno voleva portarlo a casa, ma anche i genitori l'avrebbero 'adottato' volentieri. Ha un lato molto simpatico e poi c'è questo suo aspetto umanoide: parla e risponde, ha piccoli occhi che si illuminano. Un lato molto simpatico che i nostri ospiti adorano", aggiunge Delamadeleine.

Un robot al posto di del docente?

"Bisogna sapere che un robot come questo non è capace di autoprogrammarsi. L'obiettivo non è quello di rimpiazzare l'essere umano, ma vuole essere uno strumento pedagogico in più, come può esserlo un libro". In futuro, conclude il direttore, "sarà un aiuto che vogliamo utilizzare in modo simpatico e ludico, ma non prenderà mai il posto dell'educatore perché è ancora lontano dal raggiungere le loro capacità".