Tre quarti dei candidati di sinistra eletti nelle principali città svizzere nel 2020 sono laureati, mentre per i politici di destra votati dal popolo la percentuale scende al 41%. Il cambiamento più evidente degli ultimi 70 anni è la quasi scomparsa dei rappresentanti progressisti che svolgono lavori manuali. Mentre la sinistra urbana era dominata da quest'ultima categoria di professionisti fino agli anni '50, dal 1980 in poi la maggior parte dei suoi eletti proviene dalla classe media, secondo un comunicato stampa pubblicato oggi dal Centro di competenza svizzero in scienze sociali (Fors), che si trova presso l'Università di Losanna (UNIL).
Spostamento del voto della classe operaia
La trasformazione nel profilo degli eletti dei partiti progressisti va di pari passo con un altro importante cambiamento nell'elettorato, sottolineano i politologi dell'UNIL e dell'Università di Berna (UNIBE) che hanno condotto lo studio. C'è stato uno spostamento del voto tra gli elettori della classe operaia svizzera, che fino agli anni '70 votavano principalmente per il Partito socialista (PS), mentre, a partire dagli anni '90, hanno prediletto sempre di più l'Unione democratica di centro (UDC). Nella prima metà del secolo scorso, la percentuale di laureati era più bassa tra gli eletti di sinistra (37% nel 1937) rispetto a quelli di destra (50% nel 1937). Gli studiosi hanno basato la loro ricerca sui dati biografici di 2'743 persone elette negli esecutivi e nei legislativi cantonali di Basilea Città, Ginevra, Losanna e Zurigo tra il 1910 e il 2020.
Lavoratori del settore secondario a destra
Un punto di svolta si è verificato tra il 1980 e il 2000, quando socialisti ed ecologisti hanno iniziato ad avere una proporzione più alta di laureati maschi e femmine rispetto alla destra, osservano i ricercatori. Il cambiamento più evidente è coinciso con la quasi scomparsa dei parlamentari di sinistra con occupazioni manuali. Se tra il 1910 e il 1957 i lavoratori delle fabbriche erano la categoria più numerosa della sinistra urbana, nel 2020 ne rappresentavano appena l'1%. Con il 5%, la loro quota è ora più alta tra gli esponenti di partiti della destra. Tra quelli della sinistra, i collaboratori del settore secondario sono stati sostituiti da dipendenti qualificati che lavorano nell'istruzione, nella sanità, nonché nei servizi sociali e culturali. Questo fenomeno ha permesso inizialmente l'avvicinamento dei politici eletti dei due schieramenti politici in termini di formazione e attività esercitata, ma nel 2020 si sono riscontrate notevoli differenze.
Libere professioni: un terzo dei rappresentanti eletti
Se da un lato la percentuale di eletti che esercitano una libera professione è alta sia a destra (34%) sia a sinistra (25%), dall'altro vi sono differenze sul piano dell'attività svolta: gli avvocati sono più numerosi nel primo gruppo e gli architetti, gli ingegneri e i medici nel fronte progressista. Infine, mentre gli eletti di destra sono più imprenditori, più di un terzo dei deputati di sinistra lavorava nel settore pubblico nel 2020.
Lo studio
Lo studio è stato condotto da Baptiste Antoniazza e André Mach, entrambi dell'UNIL, e da Michael Andrea Strebel dell'UNIBE. Fa parte del progetto "Local Power Structures and Transnational Connections. New Perspectives on Elites in Switzerland, 1890-2020", finanziato dal Fondo nazionale svizzero (FNS). I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Social Change in Switzerland.