
Si stanno avvicinando le posizioni dei due rami del Parlamento circa l'applicazione dell'iniziativa UDC sull'immigrazione di massa. Al pari del Nazionale, anche la Camera dei cantoni ha deciso di non obbligare i datori di lavoro a giustificarsi se non assumono un disoccupato consigliato dall'Ufficio regionale di collocamento (URC).
Diversamente dal Nazionale, i "senatori" vogliono che l'obbligo per i datori di lavoro di convocare i disoccupati iscritti il cui profilo corrisponde all'impiego scatti in presenza di una disoccupazione "superiore alla media", e non "molto superiore alla media". Ad essere interessati da questa misura sarebbero determinati gruppi professionali, settori di attività o regioni economiche.
Su quest'ultimo aspetto la Consigliera federale Simonetta Sommaruga ha voluto rassicurare il "senatore" Fabio Abate (PLR/TI) sostenendo che il Ticino verrà considerato come regione a sé stante.
Quanto al tasso di disoccupazione esso verrà fissato per via di ordinanza, ha sostenuto la ministra di giustizia e polizia. Non dovrebbe in ogni caso essere del 10-15% (percentuale citata durante il dibattito al Nazionale), ciò che renderebbe l'intera legge di applicazione praticamente inutile, ma un valore mediano.
Per quanto riguarda gli URC, i "senatori" hanno introdotto alcune divergenze rispetto al Nazionale. Gli Uffici di collocamento dovranno inviare "in tempi brevi" - per esempio 5 giorni - ai datori di lavoro dei dossier pertinenti - da 3 a 5 dossier - di disoccupati. I datori di lavoro potranno convocare per un colloquio "o per un test attitudinale" i candidati il cui profilo corrisponde al posto vacante.
Come per il Nazionale, anche gli Stati desiderano che l'obbligo di annuncio dei posti vacanti decada quando il datore di lavoro assume una persona già iscritta all'URC.
Una minoranza avrebbe voluto aggiungere nella legge anche la nozione di "lavoratori in Svizzera" dal momento che agli URC possono iscriversi anche i frontalieri e i lavoratori Ue; gli Svizzeri non iscritti rischierebbero insomma di essere discriminati.
A nome della commissione, Philipp Müller (PLR/AG) ha precisato che dall'entrata in vigore della libera circolazione nel 2002, in media da 90 a 160 stranieri all'anno si sono iscritti a un URC. Egli non teme una corsa all'iscrizione come paventato ad alcuni. Al voto, la proposta della minoranza è stata respinta per 28 voti a 7 e 8 astenuti.
Qualora tutte queste misure a livello di mercato del lavoro non dovessero generare alcun effetto, il Consiglio federale potrà sottoporre al Parlamento misure supplementari. Rispetto alla sua prima versione, il plenum ha stralciato la precisazione "nel rispetto degli impegni derivanti dal diritto internazionale". Per la maggioranza tale sottolineatura è inutile dal momento che la Svizzera intende rispettare i propri impegni, in particolare la libera circolazione delle persone.
Nelle intenzioni dei "senatori", in caso di problemi seri, specie se causati dai frontalieri, anche i cantoni potranno proporre misure supplementari al Consiglio federale.
Come noto, questo dossier dovrà essere approvato dal Parlamento entro il 16 di dicembre, in modo che la Svizzera possa ratificare l'accordo sulla libera circolazione con la Croazia e poter quindi partecipare a pieno titolo al programma europeo di ricerca Orizzonte 2020.
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