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I risparmi previsti dal Consiglio federale, nel suo progetto ora in consultazione, a livello di formazione e ricerca avranno conseguenze esiziali, approfondendo la carenza di personale altamente qualificato, con ricadute negative per l'economia tutta. È il grido d'allarme lanciato oggi dagli ambienti della ricerca, della formazione e dell'innovazione, secondo cui i tagli previsti, pari a 460 milioni di franchi all'anno a partire dal 2027, avranno conseguenze nefaste per tutti e tre i settori interessati, mettendo in pericolo l'eccellenza raggiunta dalla Confederazione in campo scientifico, come dimostra l'elevato numero di brevetti e il loro impatto economico, tanto che la Svizzera si piazza ai primi posti per PIL pro capite.
Le conseguenze
Alla luce del contesto geopolitico attuale e della forte concorrenza internazionale, ha affermato davanti ai media Michael Hengartner, presidente del Consiglio dei Politecnici federali, è imperativo mantenere almeno al livello attuale i mezzi a disposizione per la formazione e la ricerca, anche alla luce del forte aumento degli studenti atteso per il prossimo futuro (+18% nei prossimi dieci anni). La diminuzione dei mezzi avrà un impatto negativo sulla qualità dell'insegnamento e sulla formazione di personale qualificato richiesto dall'economia, già scarso, come dimostra la carenza per esempio di ingegneri, per non parlare dell'attrattiva del nostro Paese quale magnete per imprese internazionali, come dimostra la decisione di Microsoft e Google di ampliare la propria presenza in Svizzera per sfruttare appieno le competenze delle nostre università in materia di intelligenza artificiale.
"No" a un eventuale aumento delle tasse di iscrizione
Hengartrner ha anche criticato l'idea del Governo di compensare i mancati finanziamenti con un aumento importante delle tasse di iscrizione sia per gli studenti stranieri che svizzeri (fino a 5mila franchi all'anno), ciò che avrà un impatto negativo sulle pari opportunità. I piani di risparmio dell'Esecutivo, se attuati, avranno un effetto dannoso anche sul Fondo nazionale svizzero (FNS) e Innosuisse, l'agenzia per la promozione dell'innovazione. Stando a Torsten Schwede, presidente del Consiglio del FNS, con le sue proposte il Consiglio federale mette a rischio centinaia di progetti di ricerca, così come duemila posti per giovani ricercatori. L'impatto sull'economia dei tagli proposti ai finanziamenti per la ricerca può essere stimato in almeno 1,2 miliardi di franchi, secondo gli studi sul rendimento degli investimenti. Un franco investito nella ricerca genera un valore aggiunto economico compreso tra tre e cinque franchi, ha spiegato.
A rischio oltre 60 progetti
Per quanto riguarda Innosuisse, la direttrice Dominique Gruhl-Bégin ha insistito sulla stretta collaborazione con l'economia, e in particolare con le piccole e medie imprese, altamente competitive, tanto che la Svizzera occupa da anni la prima posizione a livello di innovazione. Qualora i tagli venissero confermati, ha sottolineato, sarebbe impossibile finanziare più di 60 progetti in settori quali la digitalizzazione e la sostenibilità sociale e ambientale. Considerando il contributo essenziale che la promozione dell'innovazione di Innosuisse fornisce alla creazione di valore per le aziende che sostiene, le perdite economiche saranno anche diverse volte superiori ai risparmi ottenuti, ha affermato Gruhl-Bégin, secondo cui un franco investito ne genera quattro per l'impresa beneficiaria. Se a breve termine i piani del Governo potranno anche riportare il bilancio della Confederazione in pareggio, a medio e lungo termine la fattura per la Svizzera rischia di essere salata, ha messo in guardia la direttrice di Innosuisse, secondo cui la strategia dell'Esecutivo è poco lungimirante.