Consiglio degli Stati
"No alla moratoria sulla ristrutturazione della Posta, l'evoluzione non può attendere"
©Gabriele Putzu
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Keystone-ats
4 ore fa
Nel comunicato pubblicato oggi, la CTT-S afferma di non mettere in dubbio "l'importanza che assume la garanzia del servizio postale universale nell'ottica della coesione nazionale". Tuttavia, "in un settore così dinamico la moratoria di fatto chiesta dalla mozione è controproducente poiché rischia di frenare l'evoluzione della Posta".

La Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio degli Stati (CTT-S) è contraria a una moratoria sui programmi di ristrutturazione della Posta. "Sarebbe controproducente", afferma in un comunicato nel quale chiede al plenum di bocciare una mozione della commissione omonima del Nazionale. Lo scorso giugno, la Posta ha annunciato l'intenzione di chiudere circa 170 uffici postali autonomi entro il 2028. Il governo ha in seguito presentato una serie di allentamenti a livello di prestazioni, come l'allungamento dei tempi di consegna di lettere e pacchi. Si tratta di revisioni dell'ordinanza che entreranno in vigore nel 2026.

La risposta della CTT-S

Nel comunicato pubblicato oggi, la CTT-S afferma di non mettere in dubbio "l'importanza che assume la garanzia del servizio postale universale nell'ottica della coesione nazionale". Tuttavia, "in un settore così dinamico la moratoria di fatto chiesta dalla mozione è controproducente poiché rischia di frenare l'evoluzione della Posta". Per la maggioranza della commissione "occorre tuttavia adottare determinate misure volte ad accrescere l'efficienza già prima di intavolare discussioni politiche sul futuro del servizio universale, in modo tale da poter continuare a garantire l'autonomia finanziaria della Posta". Durante i dibattiti in aula, una minoranza chiederà l'adozione dell'atto parlamentare ritenendo che spetti al legislatore discutere fin dove può spingersi la riorganizzazione dell'ex regia senza compromettere il servizio universale.

La mozione

Nel dettaglio, la mozione - che la Camera del popolo ha approvato in settembre con 113 voti a 60 e 18 astensioni - chiede al Consiglio federale di elaborare una revisione della legge in materia per definire il mandato di servizio universale e il settore di attività della Posta. Il Parlamento avrebbe così la possibilità di esaminare quali prescrizioni debbano essere disciplinate a livello di legge e quali a livello di ordinanza. Fino alla conclusione della revisione, il governo dovrebbe rinunciare a modifiche dell'ordinanza e imporre alla Posta, con mezzi idonei, di sospendere i piani di rinuncia al recapito negli insediamenti di piccole dimensioni, di chiusura di uffici postali o di riduzione della puntualità nel recapito di pacchi e lettere.