“Un risultato netto". Così il consigliere nazionale Simone Gianini (PLR) ha commentato a Ticinonews la prospettata bocciatura della Riforma LPP. Non è la prima volta che un simile progetto viene sottoposto a voto popolare. "La popolazione lancia dei segnali chiari: non vuole una riduzione delle rendite. È ovvio però che il sistema va alimentato dalle entrate e le uscite vanno ponderate", aggiunge Gianini. "Ci vorrà del tempo per trovare un largo compromesso che permetta, forse alla quarta volta, di rivedere un sistema che oggi, a fronte soprattutto dell’aumento della speranza di vita, mostra i suoi limiti”.
L'argomento dei contrari
Per quanto concerne i possibili errori commessi durante la campagna, "probabilmente quello che si è sbagliato è stato sottovalutare la forza, presso i contrari, dell’argomento della riduzione del tasso di conversione e, quindi, fondamentalmente, delle rendite", analizza il deputato liberale. "Dire oggi a parte della popolazione che, a fronte di contributi pagati e di prospettive, riceverà meno di quello che gli era stato prospettato a inizio carriera non fa presa. Non dico che la gente non sia pronta a fare uno sforzo verso chi deve vedere le proprie rendite aumentare, ma non è pronta a rivedere quanto versato". Questo però "sarà fatalmente il caso, perché chi oggi è giovane dovrà contribuire molto di più verso chi è anziano e avrà una speranza di vita più lunga di quello che il sistema aveva immaginato in origine".
Chi ha perso
Secondo Gianini, oggi in definitiva i grandi perdenti sono le giovani generazioni, rispettivamente il ceto medio. Ceto medio "che è sempre più sotto pressione, perché è quella parte di popolazione che le leggi si immaginano sia in grado di pagare e che oggi si vede non sussidiata. E pian piano, non ce la farà più”.