Svizzera
"No" del Consiglio federale all'iniziativa per rendite AVS eque, "troppo onerosa"
Ats
7 giorni fa
Se venisse accolta, la Confederazione dovrebbe coprire circa 770 milioni nel 2030 e 870 milioni nel 2035. L'iniziativa non prevede però alcun finanziamento per coprire queste spese supplementari e l'AVS non dispone delle risorse finanziarie necessarie per farlo.

Troppo onerosa per l'assicurazione vecchiaia, specie se si considera la maggiore longevità dei pensionati. Con questa motivazione, il Consiglio federale ha ribadito il suo "no" all'iniziativa del Centro "Sì a rendite AVS eque anche per i coniugi - Basta con la discriminazione del matrimonio!" con cui si intende sopprimere la limitazione della somma delle due rendite per i coniugi nell'AVS e nell'assicurazione invalidità (AI). Un ulteriore onere supplementare di circa 3,6 miliardi di franchi a carico dell'AVS nel 2030 e di circa 4,1 milioni di franchi nel 2035 (secondo le proiezioni), in aggiunta ai costi legati alla 13esima rendita di vecchiaia e all'evoluzione demografica, acuirebbe le difficoltà finanziarie dell'assicurazione, si legge in una nota governativa odierna.

I costi

Se l'iniziativa venisse accolta, la Confederazione dovrebbe coprire circa 770 milioni nel 2030 e 870 milioni nel 2035 (secondo il diritto vigente, il contributo federale al finanziamento dell'AVS ammonta al 20,2 %). L'iniziativa non prevede però alcun finanziamento per coprire queste spese supplementari e l'AVS non dispone delle risorse finanziarie necessarie per farlo. Per far fronte alle uscite supplementari che l'iniziativa genererebbe, si renderebbe per esempio necessario un aumento dei contributi salariali di 0,6 punti percentuali o un innalzamento dell'IVA di 0,8 punti percentuali. Queste spese aggiuntive graverebbero sull'insieme della popolazione, incluse le persone a basso reddito o le persone sole, vedove o divorziate, che non beneficerebbero però di alcun miglioramento della loro rendita e che anzi sono proprio quelle maggiormente minacciate dalla povertà.

La proposta

L'iniziativa intende sopprimere la limitazione della somma delle due rendite per i coniugi nell'AVS e nell'assicurazione invalidità (AI). Attualmente, infatti, le coppie non sposate con due rendite separate ricevono fino al 200% dell'importo massimo di una rendita AVS, mentre le coppie sposate o le unioni registrate ricevono al massimo il 150%, ossia 3'780 franchi mensili se entrambi i coniugi hanno sempre versato l'AVS per intero. Questa limitazione, ha spiegato la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, riguarda circa il 90% dei coniugati. Di conseguenza, le loro rendite AVS e AI possono essere inferiori alla somma delle rendite delle coppie non sposate.

Miglioramenti, ma per pochi

Baume-Schneider ha ricordato anche che l'iniziativa chiede anche l'esenzione dall'obbligo contributivo per il coniuge che non lavora, se la relativa legislazione d'esecuzione non dovesse entrare in vigore entro tre anni dall'accettazione dell'iniziativa. Attualmente, le persone sposate che non lavorano sono esentate dall'obbligo contributivo se il coniuge versa almeno il doppio del contributo minimo. In caso di accettazione dell'iniziativa, ha affermato Baume-Schneider, le rendite delle persone sposate con un reddito annuo medio determinante AVS superiore a 90 720 franchi migliorerebbero. Al contrario, le rendite delle famiglie con redditi più bassi e quelle delle persone non sposate, vedove o divorziate non aumenterebbero.

Stabilità a rischio

A questi difetti dell'iniziativa se ne aggiungono altri due. Il primo è finanziario, ha sottolineato la "ministra" socialista, giacché l'accettazione dell’iniziativa, con la soppressione della limitazione delle rendite per coniugi e quella dell'esenzione dall'obbligo contributivo per il coniuge senza attività lucrativa, provocherebbe costi supplementari per l'AVS di circa 3,6 miliardi di franchi nel 2030 e di circa 4,1 miliardi nel 2035, in aggiunta ai costi legati alla 13esima rendita di vecchiaia - di cui non è stato ancora stabilito il finanziamento, ha tenuto a precisare Baume-Schneider -, e all'evoluzione demografica. Tutto ciò acuirebbe le difficoltà finanziarie del primo pilastro, mettendo in forse la stabilità del sistema e la sua perennità, proprio mentre in questo momento stiamo ponendo le basi per l'AVS del futuro (fino al 2040, n.d.r), tenendo conto del finanziamento e delle nuove forme di lavoro.

I vantaggi dei pensionati sposati

Ma oltre alle ragioni finanziarie, vi sono anche altri motivi per dire di "no" all'iniziativa. Secondo la consigliera federale, infatti, i coniugi beneficiano già di una buona copertura sociale nell'AVS, con diverse prestazioni accordate solo a loro che attenuano gli svantaggi connessi alla limitazione della somma delle loro rendite. Le coppie sposate godono infatti di prestazioni dell'AVS e dell'AI a cui i conviventi non hanno diritto, ha sottolineato Baume-Schneider. In caso di divorzio e di decesso, per esempio, i redditi conseguiti durante gli anni di matrimonio vengono ripartiti in parti uguali tra i due coniugi. Lo stesso vale quando entrambi hanno diritto a una rendita. Inoltre, i vedovi e le vedove ricevono un supplemento di vedovanza del 20% in aggiunta alla loro rendita di vecchiaia o di invalidità e le rendite vedovili sono accordate soltanto a condizione di essere stati sposati.

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