
I produttori di pannelli fotovoltaici non devono essere tenuti a indicare il luogo di produzione delle celle solari. È quanto pensa il Consiglio degli Stati che, per 34 voti a 7, ha respinto una mozione dell'ex consigliere nazionale Rocco Cattaneo (PLR/TI). Il dossier è liquidato.
La proposta
Secondo Cattaneo, la legge prevede che la provenienza di un prodotto industriale corrisponda al luogo in cui è realizzato almeno il 60% dei suoi costi di produzione. Per i pannelli, questo corrisponde di solito a dove vengono assemblate le celle. Nel caso di quelli venduti in Svizzera, spesso si tratta della Germania. Tuttavia, l'elemento fondamentale ed essenziale dei pannelli sono le celle solari, secondo il ticinese. Cattaneo chiedeva dunque che il venditore fosse obbligato a dichiarare la loro provenienza, in modo da fornire al cliente tutte le informazioni per decidere quale prodotto acquistare, così come avviene ad esempio per cibo e vestiti.
Jans: "Molta burocrazia inutile"
Secondo Cattaneo, la maggior parte delle celle solari è di origine cinese, Paese in cui per la produzione si fa solitamente ricorso al carbone. E non va dimenticato che vengono anche sfruttati gli uiguri, una minoranza etnica discriminata. Ma secondo il Consiglio federale, e la maggioranza del plenum, una regolamentazione di questo tipo andrebbe respinta per ragioni di parità di trattamento: non vi è infatti motivo per applicare tale normativa agli impianti fotovoltaici e non ad altri beni industriali. Per il consigliere federale Beat Jans, la proposta Cattaneo creerebbe solo molta burocrazia inutile.