Si apre oggi intorno alle 08.15 e durerà almeno cinque giorni l’atteso processo all’ex presidente della direzione di Raiffeisen Pierin Vincenz. Per motivi di spazio i dibattimenti non si terranno nell’aula del Tribunale distrettuale di Zurigo, ma nel vicino Volkshaus.
Soltanto per il primo giorno sono previsti un centinaio di interessati al processo, fra cui numerosi giornalisti. Un tempo banchiere molto reputato, il 65enne Vincenz sarà alla sbarra come ex presidente del consiglio di amministrazione, dal 1999 al 2017, della società di carte di credito Aduno (ora Viseca) e come ex Ceo (1999-2015) della cooperativa Raiffeisen Svizzera, che sotto la sua guida è diventata il terzo gruppo bancario del paese.
Anche il numero uno di Aduno
Insieme a lui sul banco degli accusati compariranno anche il consulente finanziario ed ex numero uno di Aduno Beat Stocker, 61 anni, e cinque coimputati. Vincenz e Stocker sono stati arrestati alla fine di febbraio 2018 ed hanno passato 106 giorni in detenzione preventiva. Uno dei coimputati è però appena risultato positivo al Covid: il suo interrogatorio è stato così posticipato al 9 febbraio. L’uomo è accusato di complicità nei controversi rilevamenti di società, poi passati sotto il controllo di Raiffeisen e della società di carte di credito Aduno. Per lui, la pubblica accusa chiede una condanna a due anni di detenzione con la condizionale.
Vantaggi privati e locali a luci rosse
I due colleghi in affari sono accusati di truffa per mestiere, appropriazione indebita, falsità in documenti, amministrazione infedele e corruzione passiva. Gli altri cinque coimputati devono rispondere di favoreggiamento in singoli casi. Pierin Vincenz è inoltre accusato di aver accollato a Raiffeisen più di 450’000 franchi di spese per visite in locali a luci rosse e viaggi privati.
Procuratore chiede sei anni
La pubblica accusa chiede sia per Vincenz e che per Stocker una condanna a sei anni. Entrambi hanno respinto in varie interviste le accuse. Il Ministero pubblico rimprovera loro di aver mischiato attività professionale e affari privati, acquistando segretamente partecipazioni in società che sono state in seguito rilevate da Raiffeisen o da Aduno.
Illeciti milionari
Pierin Vincenz avrebbe così intascato illecitamente 9 milioni di franchi e Stocker 16 milioni: soldi che in caso di condanna dovranno restituire. I due si sarebbero inoltre promessi ulteriori vantaggi per un importo di 22,5 milioni di franchi, senza però riuscire nell’intento.
Quattro società al centro dell’inchiesta
Le intricate transazioni finanziarie, che secondo l’accusa avevano l’unico scopo di nascondere gli interessi personali dei due, hanno interessato quattro società: Commtrain, Eurokaution e GCL, che sono state rilevate da Aduno, e Investnet, acquisita da Raiffeisen. La prima di queste operazioni, che risale a 15 anni fa, riguarda Commtrain, rilevata da Aduno per 6 milioni di franchi. All’epoca Vincenz era presidente del consiglio d’amministrazione e Stocker Ceo di Aduno: quello che secondo l’accusa gli altri membri del cda non sapevano, è che Vincenz e Stocker attraverso la loro precedente partecipazione nella società si sono spartiti un “bottino” privato di 3,6 milioni di franchi. In tal modo i due hanno “mancato in modo ingannevole ai loro obblighi di responsabilità” nei confronti del gruppo Raiffeisen e delle altre società, si può leggere nell’atto d’accusa di 364 pagine.
Beat Stocker: “Una dimenticanza”
In una recente intervista alla “NZZ am Sonntag”, Beat Stocker ha provato a respingere le accuse affermando che il fatto di non aver informato gli altri membri del CdA non era stata la conseguenza di una decisione deliberata, ma di una “dimenticanza”.
Avvocato che aveva organizzato versamenti accetta decreto d’accusa
Difficile però dire se il tribunale farà sua questa linea difensiva, soprattutto se si considera che l’avvocato che aveva organizzato i versamenti di denaro ha nel frattempo accettato un decreto d’accusa per complicità in truffa emesso dal Ministero pubblico al termine dell’istruttoria.
Raiffeisen chiede 100 milioni in sede civile
Ancora più complesso è il caso che riguarda Investnet, una società di “private equity” che aveva lo scopo di finanziare piccole società per poi quotarle in borsa. In questa vicenda, Raiffeisen si è vista costretta ad ammortizzare 100 milioni di franchi: somma che in base ad un estratto del registro esecuzioni e fallimenti la banca intende farsi rimborsare in sede civile da Vincenz e Stocker.
Cabaret e luci rosse
Molto chiacchierate sulla stampa sono state inoltre le presunte spese folli che Pierin Vincenz avrebbe addebitato al suo datore di lavoro: l’atto di accusa parla di visite a cabaret e locali a luci rosse per oltre 200’000 franchi. In tutto 120 visite a 18 stabilimenti in tutta la Svizzera, con spese tra 44 e 6000 franchi. Il 65enne avrebbe pure addebitato al gruppo Raiffeisen 250’000 franchi per i costi di viaggi privati, come pure una fattura da 3800 franchi per la riparazione di una camera d’albergo, resasi necessaria dopo una lite con una escort.
Almeno cinque giorni di processo
Già prima di iniziare, il processo ha superato i limiti di tempo previsti. Confermando una notizia del portale “Inside Paradeplatz” - da tempo molto ricco di rivelazioni sulla vicenda - il Tribunale ha fatto sapere di avere invitato gli avvocati ad essere più concisi. Questo dopo che la pubblica accusa ha annunciato sette ore di requisitoria e i sette team di difensori 39 ore di arringhe. Il Tribunale ha pure deciso di fissare per il 9 febbraio un quinto giorno di dibattimento, che andrà ad aggiungersi ai giorni dal 25 al 28 gennaio. Si sta inoltre pensando ad “un ulteriore giorno di riserva”, ha detto un portavoce del tribunale a Keystone-ATS.
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