
"Scendiamo in piazza per dire NO a soldati svizzeri in Ucraina", è quanto si legge in un comunicato del Partito Comunista, che considera come "scellerate" le posizioni "di inviare 200 soldati svizzeri a farsi ammazzare" prese dal comandante delle forze armate svizzere Thomas Süssli.
Contro la neutralità della Confederazione
"L'esercito svizzero si dovrebbe limitare alla difesa dei confini nazionali e non a mettere a repentaglio la vita dei nostri coscritti in avventure all'estero", scrive il Partito Comunista, denunciando inoltre le posizioni di Süssli come "contrarie alla neutralità e irresponsabili per la nostra sicurezza nazionale" in quanto rappresentino "una provocazione bella e buona contro una potenza nucleare belligerante". "Süssli", leggiamo inoltre, "misconosce anche l'espensionismo della NATO e i crimini del regime ucraino: una politica estera e di sicurezza responsabile dovrebbe invece impegnarsi per la neutralità come maniera di favorire la pace e un presunto esperto di sicurezza come Süssli lo dovrebbe sapere".
Manifestazione a Bellinzona
Il Partito Comunista annuncia così di essere pronto a scendere in piazza il "15 marzo alle ore 14h30 a Bellinzona sul piazzale antistante la Stazione FFS", manifestando per una Svizzera "veramente sovrana, indipendente e neutrale, che ritrovi la volontà di risolvere pacificamente le controversie internazionali, che cessi ogni cooperazione militare e politica con la NATO e contro all'invio di soldati svizzeri in Ucraina".