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Svizzera
Per gli Stati "il reato di assassinio non va prescritto dopo 30 anni"
©Chiara Zocchetti
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Ats
4 giorni fa
La Camera dei cantoni ha approvato una modifica del Codice penale in tal senso. Ora sul tema dovrà esprimersi il Consiglio nazionale.

Chiunque - ad eccezione di un minore - si macchi di assassinio, reato che implica una condanna a vita, non deve beneficiare della prescrizione, attualmente di 30 anni. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati per 34 voti a 5. Il dossier va al Nazionale. La modifica del Codice penale fa seguito a un'iniziativa del Canton San Gallo approvata dalle Camere nel 2021. Rispetto al testo dell'iniziativa, la commissione preparatoria ha considerato solo il crimine di assassinio, e non tutti i "reati gravi" passibili di una pena detentiva "a vita". Attualmente il diritto penale prevede l'imprescrittibilità per il genocidio, i crimini contro l'umanità, i crimini di guerra e gli atti terroristici qualificati, nonché i reati sessuali o pedopornografici commessi su bambini.

"I termini attuali potrebbero impedire la risoluzione di alcuni casi"

Con la sua iniziativa, San Gallo voleva abolire la prescrizione per chi ha commesso un reato grave. Nelle motivazioni dell'iniziativa, si sottolinea che i termini attuali potrebbero impedire la risoluzione di taluni casi. In particolare, i progressi delle analisi genetiche consentirebbero agli inquirenti di trovare le prove della colpevolezza di un sospetto molti anni dopo i crimini. Riflessioni quest'ultime fatte proprie dal relatore della commissione preparatoria, Daniel Jositsch (PS/ZH), secondo cui i 30 anni di prescrizione potrebbero impedire la risoluzione di alcuni casi, oggi possibile grazie ai progressi nell'analisi del DNA che consentono agli investigatori di trovare prove a distanza di molti anni. Il "senatore" zurighese ha anche accennato alle discussioni avute con i parenti delle vittime. Chi resta preferirebbe l'apertura di un procedimento anche a molti anni di distanza piuttosto che il caso rimanga irrisolto.

"Dimostrare la colpevolezza dopo decenni è complicato"

Nel suo intervento, Carlo Sommaruga (PS/ZH) ha sostenuto invece che la disposizione si applicherebbe solo agli omicidi per i quali la prescrizione non è ancora scaduta. In questi casi, il progresso scientifico ha già permesso di risolverli. In relazione ai parenti, Sommaruga teme che quest'ultimi possano rimanere delusi giacché l'imprescrittibilità non è sinonimo per forza di risoluzione di un "cold case". Per Sommaruga, al pari del "ministro" di giustizia e polizia Beat Jans, dimostrare la colpevolezza decenni dopo un reato diventa infatti sempre più complicato e improbabile: spesso non è sufficiente una traccia di DNA per identificare l'autore; a tal fine, di regola, occorrono ulteriori prove. Inoltre un'assoluzione per insufficienza di prove in molti casi non è solo una delusione, ma può causare un ulteriore trauma a chi resta. Per Jans, gli interessi delle vittime e dei loro congiunti sono senz'altro importanti, ma non sono l'unico aspetto determinante per la punizione dell'autore del reato. L'esercizio della prerogativa statale di punire ha soprattutto una finalità sociale: con un procedimento penale lo Stato difende l'ordinamento giuridico e mostra di non tollerare la violazione delle regole. Però questo aspetto perde importanza con il passare del tempo. Il legislatore deve ponderare attentamente questi interessi per raggiungere un equilibrio.

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