Le costruzioni fuori dalle zone edificabili devono essere meglio regolamentate. Dopo il Consiglio degli Stati, anche il Nazionale ha adottato oggi - con 173 voti contro 0 e 13 astenuti - la seconda tappa della revisione della Legge sulla pianificazione del territorio (LTP2). La Camera del popolo non si è tuttavia allineata a tutte le decisioni del Consiglio degli Stati, a cui ritorna il dossier. Ha in particolare accolto - seppur di stretta misura con 91 contro 90 e 5 astenuti - una proposta individuale di Fabio Regazzi (Centro/TI) che chiede di introdurre nella legge una nuova formulazione che consenta un'attuazione più flessibile dei principi che devono essere rispettati durante gli interventi sugli edifici che restano degni di protezione (rustici ticinesi, mazot vallesani e maiensässe grigionesi). Regazzi propone infatti che le caratteristiche essenziali dell'aspetto esterno, della struttura edilizia basilare e dei dintorni "siano conservate", mentre nella versione della Camera dei cantoni e della commissione preparatoria ci si voleva attenere al diritto in vigore, ossia "che restino sostanzialmente immutate".
La discussione
"Come dovrà essere la Svizzera di domani?", si è chiesta Christine Bulliard-Marbach (Centro/FR) a nome della commissione. Una revisione legislativa in materia di pianificazione del territorio è oggi più che mai necessaria. Deve essere possibile proteggere il nostro paesaggio rispondendo alle esigenze moderne di una Svizzera da nove milioni di abitanti, ha aggiunto. Attualmente il 19% di tutti gli edifici si trovano fuori dalle zone edificabili, ovvero circa 600'000. E tale numero è in costante crescita, ha ricordato Christophe Clivaz (Verdi/VS). Molto probabilmente l'iniziativa popolare sul paesaggio non sarà ritirata se la revisione che scaturisce dai dibattiti sarà troppo debole. "Contadini e paesaggio devono essere alleati in un approccio partecipativo dei cantoni", ha aggiunto Beat Flach (PVL/AG).
Differenze cantonali
Susanne Vincenz-Stauffacher (PLR/SG) ha ammesso come sia necessario porre fine alla dispersione insediativa e alla perdita di terre coltivabili. Tuttavia non occorrono eccessive regolamentazioni a livello federale. La liberale-radicale sangallese ha detto di apprezzare un progetto che lascia ai cantoni la competenza di pianificare le costruzioni e che punta su incitamenti. "La Svizzera è cambiata molto dall'entrata in vigore della LPT nel 1980", ha ricordato Nicolo Paganini (Centro/SG). La flessibilità lasciata ai Cantoni è importante, poiché ad esempio Ginevra e Glarona non sono confrontate con le stesse sfide. "Proteggiamo il nostro paesaggio, ma non dimentichiamo le persone", ha rilevato dal canto suo Michael Graber (UDC/VS). A suo avviso, manca una visione d'insieme degli edifici esistenti fuori dalle zone edificabili. Il democentrista vallesano si è detto molto sensibile alle restrizioni imposte al mondo agricolo.
Controprogetto all'iniziativa sul paesaggio
L'entrata in materia non è stata contestata. Tale revisione parziale della LPT funge da controprogetto indiretto all'iniziativa popolare "Contro la cementificazione del nostro paesaggio (Iniziativa paesaggio)". La LPT2 è la seconda tappa della riforma sulla pianificazione del territorio. La prima, entrata in vigore nel 2014, concerneva lo sviluppo all'interno delle aree edificate. Tale revisione parziale della legge prevede in particolare un allentamento delle norme che regolano la ristrutturazione di vecchie stalle ubicate al di fuori della zona edificabile.