Finanze federali
Piano risparmi del Consiglio federale, i Verdi minacciano il referendum
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Keystone-ats
17 ore fa
Secondo la presidente Lisa Mazzone, con il suo programma il Governo sta attaccando direttamente la coesione sociale. Per i Cantoni, invece, il trasferimento dei costi dalla Confederazione a loro è "la linea rossa".

Il vasto piano di risparmi della Confederazione annunciato venerdì dal Consiglio federale continua a fare scalpore. I Verdi minacciano nella stampa domenicale di lanciare un referendum, mentre i Cantoni ribadiscono la loro opposizione al trasferimento dei costi. Il programma presentato dal Consiglio federale dovrebbe permettere di risparmiare 3-3,5 miliardi di franchi dal 2027 e di 4-4,5 miliardi all'anno dal 2030 agendo sia a livello di uscite, anche con risparmi sul personale, sia di entrate, tassando maggiormente i prelievi del secondo e terzo pilastro.

Il programma

Asili nido, assistenza sociale, turismo, strade, istruzione, cultura, cooperazione internazionale, stampa, sport, amministrazione: tutti dovranno risparmiare, tranne l'esercito, che la scamperà. Il piano di risparmio comprende 60 delle 71 misure proposte da un gruppo di esperti. La maggior parte dei tagli verrà effettuata sul fronte delle uscite, anche se sono previste alcune misure per aumentare le entrate. Nonostante questo programma di tagli, la spesa continuerà a crescere di oltre il 2% all'anno, passando da 80 miliardi nel 2023 a 91 miliardi nel 2027.

"Un attacco alla coesione sociale"

Se il piano di risparmio della Confederazione sarà adottato così com'è o in modo equivalente, i Verdi lanceranno un referendum, avverte la presidente Lisa Mazzone in un'intervista pubblicata su Le Matin Dimanche e sulla SonntagsZeitung. Con il suo programma di risparmio, il Consiglio federale sta attaccando direttamente la coesione sociale, stima. Mazzone vede due grandi sfide per la Svizzera nei prossimi vent'anni: il cambiamento climatico e l'invecchiamento della società, con conseguente carenza di manodopera. Eppure un quarto del programma di risparmio, pari a 900 milioni di franchi, riguarda la politica climatica, sottolinea. "Il compito dello Stato sarebbe quello di proporre soluzioni adeguate. Ma il Consiglio federale preferisce dire ai cittadini: 'Arrangiatevi da soli'". La deputata ha aggiunto che, abolendo i privilegi fiscali per il traffico aereo "la Confederazione potrebbe incassare 1,5 miliardi di franchi in più".

La posizione dei Cantoni

Per i Cantoni, il trasferimento dei costi dalla Confederazione a loro è la linea rossa, avverte Ernst Stocker, presidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle finanze (CDF), sulla NZZ am Sonntag. "L'argomentazione secondo cui i Cantoni stanno bene e hanno troppi soldi non è sostenibile", ha aggiunto il deputato zurighese dell'UDC. Stocker non vede di buon occhio il fatto che il Consiglio federale voglia contribuire meno alla compensazione dei costi tra i Cantoni. "Se qui si vogliono risparmiare 140 milioni, ci saranno grandi discussioni", avverte. "Siamo sorpresi che la Confederazione voglia risparmiare a questo livello. Questo ribalta l'intera struttura della perequazione finanziaria". Il responsabile delle finanze del Cantone di Zurigo si oppone fermamente alla proposta di far contribuire i Cantoni all'aumento delle spese dell'esercito. "Se c'è un compito che rientra nelle competenze della Confederazione, quello è l'esercito", afferma. A suo avviso, sarebbe più sensato aumentare l'IVA per finanziare l'esercito. 

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