Inverno
Piste da sci in mano agli Usa, Frapolli: "C'è il rischio di perdere l'identità locale"
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Redazione
un anno fa
Negli ultimi anni la società americana Vail Resorts ha acquisito alcune importanti stazioni sciistiche svizzere e potrebbe nel prossimo futuro acquistarne altre. Ticinonews ne ha parlato con Elia Frapolli, consulente in ambito turistico.

È una delle prime attività che imparano i bambini svizzeri, e anche se non è lo sport nazionale è sicuramente quello tra i più amati dalla popolazione. Lo sci rossocrociato sta però cambiando bandiera, o meglio, lo stanno facendo alcuni dei più importanti impianti sciistici del Paese. Nel 2022 gli impianti dell’Oberalp (Andermatt, Sedrun e Disentis) sono stati acquistati dalla società americana Vail Resorts, che ora acquisterà Crans-Montana. L’accordo è stato annunciato alla fine dello scorso anno e la società quotata nella borsa di New York ha reso noto che dal prossimo inverno la località vallesana sarà inclusa nell’epic pass, l’abbonamento sciistico utilizzabile praticamente in tutto il pianeta. Dagli Stati Uniti, al Giappone, dall’Australia alla Svizzera, per 1'000 dollari si può sciare in 43 località di proprietà dell'azienda americana e in un’altra 40ina di partner.

"Un nuovo modo di vedere il turismo invernale"

Un’espansione che da Vail nel Colorado ha conquistato ogni angolo del globo in una ventina d’anni, proprio nel periodo in cui calava il numero di sciatori e quelli rimasti diventavano più vecchi, e da cui la Svizzera non è rimasta fuori. Crans-Montana "è la seconda grande stazione svizzera acquisita da Vail Resorts e probabilmente potrebbero essercene anche altre in futuro", spiega a Ticinonews Elia Frapolli, consulente in ambito turistico. "È effettivamente un nuovo modo di intravedere il turismo invernale, continua Frapolli. Si tratta di una società basata negli Stati Uniti, internazionale, con un numero elevato di stazioni e nel suo business model porta questo elemento di far viaggiare le persone, per esempio dagli Stati Uniti in Europa. Ma non si tratta più di una carta giornaliera per una giornata sugli sci, ma di una settimana e anche di più".

L'identità locale è a rischio?

E in futuro potrebbero esserci altri acquisti della società statunitense, anche perché non è un segreto che Vail Resorts abbia messo gli occhi su Verbier che è già nel novero delle stazioni partner. E come ha reso noto "Le Matin Dimanche", nella località vallesana circolano anche lettere anonime che invitato a scongiurare la cessione della società Télèverbier. I timori di cui si legge sono una perdita dell’identità delle località e tutti i rischi connessi all’atterraggio ad alta quota di una multinazionale quotata, il cui unico scopo è massimizzare il valore per gli azionisti. "In realtà come in tutto ci sono aspetti positivi e negativi", afferma Frapolli. Secondo lui quelli positivi "sono la possibilità di entrare in un circuito internazionale molto più ampio e quindi portare anche del pubblico che pernotta con delle frequenze più lunghe che per una destinazione sono vitali". Il rischio di perdere un po’ di quell’identità locale c'è, ammette Frapolli, ma "parliamo di grandi stazioni che già nel loro DNA hanno una clientela internazionale".

Improbabili degli acquisti a sud delle Alpi

Dunque non si può prevedere con certezza se Vail Resort vorrà acquistare altre stazioni sciistiche in Svizzera. Secondo Frapolli però è improbabile che tra gli impianti di risalita interessanti per gli americani ci siano delle località a sud delle Alpi: "È un business model completamente diverso. Si tratta di grandi stazioni, ma soprattutto di destinazioni, ovvero impianti di risalita importanti, ma anche alberghi, scuole di sci e ristoranti. Perché in realtà è lì che si crea il vero business".

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