Alla Rete di consulenza per le vittime del razzismo, l’anno scorso sono stati segnalati 630 casi di discriminazione razziale nel 2021. La maggior parte di essi si sono verificati sul posto di lavoro e nel settore della formazione, con un sensibile incremento in quest’ultimo ambito. Le forme di discriminazione più frequenti sono state le disparità di trattamento e le ingiurie.
I motivi indicati più spesso erano la xenofobia e il razzismo contro i neri seguiti dal razzismo antimusulmano, hanno comunicato oggi la Commissione federale contro il razzismo (CFR), l’organizzazione non governativa Humanrights e la Rete di consulenza per le vittime del razzismo. Spicca l’incremento dei casi di ostilità nei confronti di persone di origine asiatica.
Gli ambiti toccati
Sul totale dei casi recensiti, 106 hanno avuto luogo sul posto di lavoro e 94 nell’ambito della formazione. In quest’ultimo settore si registra un netto aumento rispetto al 2020 e la maggior parte delle segnalazioni ha riguardato episodi di razzismo contro i neri, viene precisato. Altri ambiti di vita toccati sono stati quelli dello spazio pubblico, con 77 casi, l’amministrazione, a 70 casi, il vicinato a quota 67 e la polizia, con 60 casi segnalati.
Un padre, per esempio, si è rivolto a un consultorio perché suo figlio era vittima di massicci e ripetuti attacchi verbali da parte di compagni di classe a causa del colore della pelle. Dato che il ragazzo si era difeso verbalmente, la scuola aveva adottato misure disciplinari nei suoi confronti, ignorando invece gli attacchi verbali razzisti dei suoi compagni.
Xenofobia e odio razziale
Secondo il rapporto i motivi di discriminazione indicati più spesso sono stati la xenofobia con 218 casi e il razzismo contro i neri con 207. Il razzismo contro i neri oltre che nella formazione (40), si è registrato principalmente sul posto di lavoro (37), nello spazio pubblico (26) e nel vicinato (26).
Gli episodi di razzismo antimusulmano (53) e di insulti nei confronti di persone provenienti da Paesi arabi (51) sono rimasti frequenti. La nuova categoria “ostilità nei confronti di persone di origine asiatica” conta 41 segnalazioni, soprattutto per ingiurie e altre esternazioni o illustrazioni moleste.
Il Covid stimola le teorie antisemite
Le dichiarazioni di antisemitismo sono leggermente aumentate: alcune riguardano la negazione e la banalizzazione dell’Olocausto, come anche teorie cospirazioniste razziste o antisemite, che sono circolate maggiormente con la pandemia del Covid. In una consulenza su tre è stata constatata una discriminazione multipla imputabile allo statuto giuridico, al genere e/o alla posizione sociale.
Come hanno indicato le tre organizzazioni la propensione delle persone a rivolgersi a un centro di consulenza contro il razzismo cresce ogni anno. Per esempio, nel 2021 la Rete di consulenza ha registrato un incremento di circa 180 annunci rispetto a soli due anni precedenti.
In Ticino è attivo il Centro per la Prevenzione delle Discriminazioni, che ha sede in via Simen 10 a Lugano. Inoltre, la Commissione Federale contro il razzismo nel 2021 ha attivato il servizio www.reportonlineracism.ch allo scopo di raccogliere segnalazioni di discorsi d’odio online.
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