Scuola
Plr, 17 misure per "la scuola inclusiva che ha fallito"
©Chiara Zocchetti
©Chiara Zocchetti
Redazione
3 mesi fa
I liberali-radicali si pronunciano su 17 misure che dovrebbero toccare la scuola, tra lingua d'apprendimento, smartphone, fondamentalismi e ruolo dei docenti.

Il Plr si pronuncia sulla questione della scuola in una presa di posizione votata ieri a Möriken (AG): in questo ambito sarebbero infatti necessarie diverse misure. In primis, secondo i Liberali-radicali, "la scuola dell'obbligo deve affrontare ogni tipo di problema sociale e troppo spesso non ha più il tempo di adempiere alla sua missione principale", cioè "impartire e insegnare le competenze di base", "la lettura, la scrittura e l'aritmetica". Un cambiamento sarebbe necessario in questo senso: "di fronte all’esperienza pratica, la scuola inclusiva ha raramente dimostrato la propria efficacia". I problemi del sistema attuale sarebbero essenzialmente due: il porre "i bambini con difficoltà di apprendimento in una posizione di svantaggio" e "ostacolare l'istruzione tradizionale". Stando allo stesso comunicato l'inclusione resterebbe auspicabile, "ma volerla a tutti i costi non porta da nessuna parte: gli alunni con difficoltà devono ricevere un sostegno individuale e mirato", mentre "i bambini con talenti particolari" vanno incoraggiati adeguatamente. Una "standardizzazione artificiale e costosa (sotto forma di inclusione senza eccezioni) non giova a nessuno e mina le pari opportunità". 

"No a materiale 'woke'"

"La materia insegnata deve quindi essere il più possibile neutrale, mentre devono essere rafforzate le competenze mediatiche e la capacità di formulare giudizi personali": è questo il contenuto del capoverso dedicato dal Plr al rifiuto di "materiale didattico ideologico e 'woke'". Più nello specifico, in classe non dovrebbe trovare posto "la diffusione di ideologie e visioni del mondo talvolta discutibili". 

Mantenere il sistema delle note

I Liberali-radicali si schierano inoltre per il mantenimento delle note, purché si tratti di un sistema "trasparente e facile da usare". Ciò andrebbe fatto in ragione dell'importanza di monitorare i progressi degli alunni. Se da una parte i bambini devono imparare a scuola "che il valore di una persona non si misura con pochi voti in una materia scolastica e che il fallimento fa parte della vita", d'altra parte "il principio del rendimento è importante per lo sviluppo della resilienza dei bambini e quindi per la loro vita e istruzione futura". 

Lingua, smartphone, fondamentalismi

Il comunicato del Plr, tra gli altri punti, tocca il tema delle lingue: i bambini che non comprendono ancora la lingua d'insegnamento dovrebbero sistematicamente impararla, magari anche istituendo delle apposite classi speciali. Le lingue secondarie o straniere dovrebbero inoltre essere insegnate solo quando i bambini hanno acquisito la padronanza della prima lingua locale. 
Per quanto riguarda la burocrazia, essa andrebbe ridotta. Sarebbe necessario inoltre andare nella direzione di una maggiore responsabilizzazione degli insegnanti, a discapito di funzionari pubblici o consulenti, per quanto concerne lo sviluppo della scuola. 
Un'ulteriore misura che andrebbe adottata, secondo il Plr, è il divieto di smartphone ed altri dispositivi elettronici, come gli smartwatches, che andrebbero "spenti e messi in fondo allo zaino durante le lezioni". D'altra parte, i temi "problematici non devono mai essere tabù in nome del 'politicamente corretto', ma devono essere affrontati apertamente ed il prima possibile" al fine di prevenire "il fondamentalismo, che non ha posto nelle nostre scuole".