
«Non abbiamo alcuna responsabilità nel ritardo dovuto alla mancata traduzione dal tedesco all’italiano del rapporto che ci è stato richiesto sui materiali del Ponte Morandi». Con queste parole, Bernhard Elsener, professore esperto in scienze dei materiali dell’ETH di Zurigo e dell’Università di Cagliari, tiene a fare chiarezza sulle informazioni pubblicate mercoledì sulla stampa italiana, secondo cui l’incidente probatorio del prossimo 8 febbraio potrebbe slittare proprio per l’assenza di una versione italiana del testo. Cos’è successo? Elsener risponde al CdT.ch da Genova, dove è giunto ieri per prendere parte a un incontro per discutere il programma dei lavori delle prossime settimane (rientrerà in Svizzera oggi) in collaborazione con gli altri due periti italiani e con i responsabili della sicurezza della Città portuale e dei consulenti delle parti.
«Avevamo proposto un’altra soluzione per poter fornire la perizia dell’Empa di Zurigo dove sono state fatte le analisi di laboratorio in lingua italiana – prosegue - ma poi è stato deciso che la perizia fosse redatta in tedesco e la traduzione italiana sarebbe stata eseguita in un secondo tempo». Da voci raccolte dal Corriere sembra che sia stata anche contattata una società specializzata in traduzioni tecniche, ma che i tempi necessari per fornire un documento di qualità, pare non avrebbero permesso di ottenerlo entro la scadenza fissata. Fatto sta che secondo indiscrezioni, il gip Angela Maria Nutini avrebbe detto ad alcuni colleghi che l’udienza in calendario tra otto giorni potrebbe essere ulteriormente rimandata, posticipando, di conseguenza, anche i tempi per la demolizione di quanto resta del viadotto Polcevera.
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