Sanità
Quasi tre quarti dei prestiti Covid sono stati rimborsati
©Gabriele Putzu
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Keystone-ats
8 ore fa
In soldoni, ciò corrisponde a 9,3 miliardi di franchi, ai quali si aggiungono 2,8 miliardi di rimborsi parziali. "Di conseguenza, a metà gennaio 2025 è stato rimborsato quasi il 72% del volume dei crediti concessi", riassume la SECO.

Durante il periodo del covid la Confederazione ha versato 17 miliardi di franchi alle aziende in difficoltà per aiutarle a superare i problemi finanziari causati dalla pandemia. A cinque anni di distanza, quasi il 72% dei prestiti è stato rimborsato. In totale, le autorità federali hanno concesso 138 mila prestiti tra il 26 marzo 2020 e il 31 luglio 2020, ricorda sul suo sito internet la Segreteria di Stato dell'economia (SECO). Quest'ultima ha precisato a Keystone-ATS che a metà gennaio 53'100 mutui erano stati interamente rimborsati. In soldoni, ciò corrisponde a 9,3 miliardi di franchi, ai quali si aggiungono 2,8 miliardi di rimborsi parziali. "Di conseguenza, a metà gennaio 2025 è stato rimborsato quasi il 72% del volume dei crediti concessi", riassume la SECO. La Segreteria sottolinea poi che il 99,5% delle aziende che ha ricevuto un prestito ha già proceduto con degli ammortamenti. Un aspetto, questo, che la SECO giudica "molto positivo". La maggior parte dei mutui scadono tra tre anni. Nei casi di rigore il rimborso può essere rinviato fino a 10 anni. Secondo i dati della SECO, i prestiti concessi erano in media di 122'000 franchi. Circa 1100 hanno superato il mezzo milione. Il prestito medio di questo gruppo ammonta a 2,6 milioni di franchi.

Oltre 1000 condanne

Il sistema dei prestiti covid è però anche stato vittima di abusi. A metà dello scorso dicembre erano in corso quasi 2700 procedimenti penali che portavano su 318,7 milioni di franchi. Altri 1700 dossier sono già stati evasi, per un totale di 147,6 milioni di franchi e 1054 condanne. Più di 4000 segnalazioni sono ancora in fase di esame. Tra le varie tipologie di abuso ci sono domande multiple, false dichiarazioni di fatturato e utilizzo abusivo del credito ricevuto. Il maggior numero di condanne è stato registrato nel settore dell'edilizia. Il numero di abusi si spiega con la situazione eccezionale verificatasi all'inizio della pandemia, quando per la concessione dei prestiti inferiori a 500'000 franchi era stata messa in atto una procedura non burocratica che si basava su un'autodichiarazione e su un controllo semplificato da parte della banca che concedeva il mutuo. Il prestito poteva così essere concesso nel giro di poche ore. "Con una procedura di questo tipo, era prevedibile un certo potenziale di abuso", afferma la SECO. Un esame sistematico dei crediti concessi ha mostrato che nel 97,1% dei casi non c'è stato alcun abuso. Con una quota del 2,9%, il numero effettivo di abusi è tuttavia "relativamente basso".

145 milioni di perdite

Fino a metà gennaio 2025, le perdite effettive ammontavano a circa 145 milioni di franchi. Ciò rappresenta un tasso dello 0,86% del volume dei prestiti concessi. Al termine del programma le spese a carico della Confederazione potrebbero teoricamente ammontare a 1,7 miliardi. Somma che però non dovrebbe essere raggiunta. A fine 2023, gli accantonamenti necessari erano stati stimati in 722 milioni di franchi. La SECO ritiene comunque che i costi passati e futuri del programma sono proporzionali ai benefici generati per la società. "I prestiti covid hanno raggiunto il loro obiettivo contribuendo a evitare i fallimenti e a preservare 1,3 milioni di posti di lavoro (equivalenti a tempo pieno)".

Lanciato in quindici giorni

La SECO ricorda poi che sono bastate due settimane per lanciare il "più grande programma di aiuti economici" della storia svizzera. La richiesta di un prestito fino a 500'000 franchi poteva essere effettuata in soli dieci minuti. La SECO sottolinea che la rapidità con cui la Svizzera ha attuato il programma ha suscitato l'interesse di altri Paesi europei. Anche le imprese svizzere sono rimaste favorevolmente colpite dal programma.