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Rating sul clima, la Svizzera perde 7 posizioni
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Redazione
2 anni fa
Pubblicato oggi il Climate Change Performance Index (CCPI): dal 15° posto il nostro paese è retrocesso al 22esimo.

 

La Svizzera perde 7 posizioni rispetto allo scorso anno e ora si colloca al 22° posto tra i Paesi messi a confronto nel Climate Change Performance Index (CCPI) in base alle loro misure di protezione del clima. Il rapporto è stato pubblicato oggi dalle organizzazioni ambientaliste Germanwatch, New Climate Institute e Climate Action Network, che ogni anno dal 2005 valutano gli sforzi per mitigare il riscaldamento globale in una sessantina di paesi.

Chi fa bene, chi fa male

Dal 15° posto la Svizzera è retrocessa al 22esimo e ora si trova tra i paesi la cui performance è peggiorata di più in un anno, davanti a Cina (-13 posti, 51°), Thailandia (-11, 41°), Francia (-11, 28°) e Lithuania (-10, 21°). Al contrario tra i paesi che hanno migliorato fortemente la loro performance c’è l'Estonia (+23 gradi, 9°). L'India sorprende trovandosi al quinto posto (+2). Anche l’intera UE supera la Svizzera, sebbene la sua politica di attuazione dell’accordo di Parigi non sia ancora in vigore.

Podio vuoto

Nella classifica i primi tre posti rimangono vuoti poiché nessun Paese è vicino a raggiungere gli obiettivi di Parigi, ovvero di ridurre il riscaldamento a 1,5 gradi. I primi paesi a classificarsi sono Danimarca e Svezia grazie alle loro ambiziose misure di protezione del clima e a una rapida espansione delle energie rinnovabili. In coda alla classifica si trovano i principali produttori di petrolio e gas Kazakistan, Arabia Saudita e Iran.

Le valutazioni sulla Svizzera

La Svizzera ha ricevuto valutazioni basse soprattutto nelle sottocategorie “obiettivi di espansione delle energie rinnovabili entro il 2030” e “consumo energetico pro capite”. Anche nella categoria “politica climatica nazionale” il paese ha ottenuto una valutazione bassa. Una valutazione che non stupisce il WWF: “La nostra attuale politica climatica si basa ancora sul dibattito politico del 2010, cioè molto prima dell’Accordo di Parigi sulla protezione del clima”, scrive l’associazione in una nota odierna, secondo cui è importante che la Svizzera non resti indietro.  “In questo momento è fondamentale ottenere un chiaro sì della popolazione alla controproposta indiretta all’Iniziativa per i ghiacciai e sfruttare la revisione della Legge sull’energia e sul CO2 per espandere l’efficienza energetica e le energie rinnovabili e ridurre in modo significativo le emissioni”, commenta Patrick Hofstetter, esperto di protezione del clima di WWF Svizzera.