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Requisiti patrimoniali più severi? "No, quelli attuali sono buoni"
©Gabriele Putzu
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Ats
un mese fa
Sergio Ermotti, Ceo di Ubs, crede che "se la Svizzera vuole una piazza finanziaria forte, i requisiti non devono rendere impossibile la competitività di Ubs".

Il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti si è nuovamente espresso contro l'idea di richiedere alla banca una dotazione di capitale maggiore. "Gli attuali requisiti patrimoniali sono buoni", ha affermato in occasione di una conferenza organizzata ieri a Zurigo dal periodico Finanz und Wirtschaft (FuW). UBS è stata in grado di salvare Credit Suisse (CS), ha argomentato il 64enne. Questo ha dimostrato la solidità patrimoniale dell'istituto e il fatto che la regolamentazione elvetica è sufficientemente valida, se attuata correttamente: così non è però stato per CS, che ha ottenuto deroghe da parte dell'autorità di vigilanza. Secondo il manager ticinese una cosa del genere non deve ripetersi e l'attenzione deve essere rivolta alla qualità del capitale. Allo stesso tempo, la Svizzera vuole però anche una piazza finanziaria forte: i requisiti non devono quindi rendere impossibile la competitività di UBS.

"Un'idea eccessiva"

A livello politico si discute fra l'altro sull'eventualità di imporre alla banche di importanza sistemica di detenere un capitale proprio fino al 100% per le loro controllate estere, a fronte di circa il 60% attuale di UBS. L'idea è "assolutamente eccessiva", ha sostenuto Ermotti. Non ha senso "dire che le nostre partecipazioni all'estero non hanno valore". Gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Europa stanno andando tutti in una direzione diversa, ha proseguito il dirigente: forse non ci sarà un'enorme deregolamentazione, ma di certo non si andrà verso un aumento delle normative. Anche il momento non è ideale per stringere le viti, viste le prospettive macroeconomiche "non così rosee".

"Possiamo trasformare una tragedia in qualcosa di buono"

Ermotti ha poi ribadito il suo attaccamento nei confronti della sede elvetica: la banca vuole avere successo a partire dalla Confederazione, ha detto in risposta a una domanda volta a sapere se requisiti di capitale più severi potrebbero spingere UBS all'estero. "Parte del nostro successo è la nostra Swissness, la nostra svizzeritudine", ha chiosato. E riguardo al tracollo di CS e alla sua acquisizione da parte di UBS: "Abbiamo una grande opportunità di trasformare una tragedia in qualcosa di buono".