
Migros ha registrato utili in forte aumento nel 2024, anno caratterizzato da ristrutturazioni e cessioni aziendali: il colosso del commercio al dettaglio ha visto il risultato operativo Ebit attestarsi a 484 milioni di franchi, a fronte dei 286 milioni dell'esercizio precedente, mentre i profitti netti sono saliti da 175 a 419 milioni. Il dato del fatturato - già noto da gennaio - è stato da parte sua da record: i ricavi complessivi del gruppo hanno raggiunto 32,5 miliardi, con una progressione dell'1,8% rispetto al 2023. "Migros ha vissuto un anno impegnativo e ricco di avvenimenti", afferma Mario Irminger, presidente della direzione generale della Federazione delle cooperative Migros (FCM), citato in un comunicato odierno. "Vorrei ringraziare tutte le collaboratrici e tutti i collaboratori che hanno svolto un lavoro eccezionale e hanno reso possibile questo risultato ottimo".
Una vendita di negozi da 440 milioni
Come noto la società ha deciso di concentrarsi su quattro aree di attività: alimentari, non alimentari, servizi finanziari e salute. Questo approccio ha avuto un effetto straordinario di rettifica del portafoglio pari a 440 milioni di franchi, la gran parte dovuta alla vendita dei negozi specializzati, ora in gran parte completata. Per SportX, Melectronics, Bikeworld, OBI, Micasa e Hotelplan è stato possibile trovare nuovi proprietari, mentre le restanti filiali di Do It + Garden chiuderanno entro la fine di giugno. Il processo di cessione di Mibelle (cosmetici e igiene) non è invece ancora stato concluso.
Il più grande datore di lavoro della Svizzera
Nel 2024 il gruppo impiegava in media un organico di 98'800 persone in circa 140 aziende: rimane quindi il più grande datore di lavoro privato della Confederazione. Il numero dei dipendenti è diminuito dello 0,4% rispetto all'anno precedente, a causa della trasformazione in corso e delle vendite già realizzate di imprese. Con 3600 apprendisti in oltre 55 professioni Migros afferma inoltre di essere il più grande fornitore privato di formazione del paese.
Sostenibilità, obiettivo 2030
La società intende rispettare gli obiettivi di sostenibilità che si è prefissata, malgrado il tema stia affrontando resistenze a livello globale, sottolineano i vertici nella nota. La strategia comune per la sostenibilità 2030 è per la prima volta vincolante per tutte le imprese del conglomerato. Essa definisce sei orientamenti strategici: clima, biodiversità, economia circolare, responsabilità sui prodotti, marketing e consumo, nonché diritti umani e condizioni lavorative. Da ciò derivano 17 obiettivi: a titolo d'esempio Migros mira a ridurre a zero, entro il 2050, le emissioni nette di gas serra nelle proprie imprese e lungo le sue catene di valore aggiunto.
Un centenario da meno 3 miliardi
Nel corrente 2025, anno in cui Migros festeggia i 100 anni di esistenza, la dirigenza prevede un altro solido risultato operativo. Il fatturato Migros si ridurrà però di circa 3 miliardi, a causa delle cessioni; viene anche pronosticato un calo delle vendite nell'attività dei supermercati, "a causa dell'offensiva dei prezzi bassi a favore della clientela". Gli introiti delle società cedute porteranno inoltre a un effetto positivo una tantum. Fondata nel 1925 a Zurigo da Gottlieb Duttweiler (inizialmente come società anonima: è diventata una cooperativa solo più tardi), Migros è oggi una delle principali aziende svizzere. La cooperativa conta oltre 2,3 milioni di soci.
"Ristrutturazione emotivamente difficile, ma giusta"
Ristrutturare Migros è emotivamente difficile, ma farlo è la cosa giusta: è il messaggio lanciato oggi da Mario Irminger, presidente della direzione generale della Federazione delle cooperative Migros (FCM), che vede il conglomerato sulla buona strada e che è soddisfatto dei risultati fin qui ottenuti. Intervistato dall'agenzia Awp, il dirigente ha dichiarato che il programma di riorganizzazione procede bene. Anche il processo di cessione di Mibelle (cosmetici e igiene) è quasi concluso. "Siamo nella trattative finali con l'acquirente". In questo caso il compratore è un'azienda piuttosto piccola, per la quale lo sforzo necessario per un'acquisizione è maggiore rispetto a una grande società come il gruppo francese L'Oréal, a cui Migros ha recentemente venduto la filiale sudcoreana di Mibelle. "Il percorso di vendita richiede più tempo e pazienza: ma siamo fiduciosi", ha dichiarato il manager. Il quasi 60enne - compierà gli anni a metà aprile - non ha nascosto che vendere o chiudere alcune componenti del gruppo è stato difficile a livello emotivo. Con la scomparsa dei centri Do-It se ne va anche una sorta di bene culturale, ha chiosato, ricordandosi delle compere che faceva con la nonna a Zurigo-Oerlikon in uno dei primi centri fai da te di Migros.
A livello pratico e strategico, però la strada scelta è quella giusta, si è detto convinto l'ex numero uno di Denner. Ad esempio il colosso online Digitec-Galaxus - controllato da Migros - sta generando attualmente un fatturato tre volte superiore a quello di tutti i negozi specializzati messi insieme nei momenti migliori. Questo dimostra come sia cambiato il comportamento di consumo della popolazione svizzera, ha concluso il padre di famiglia.