Svizzera
“Senza legge Covid a rischio il certificato”
Keystone-ats
3 anni fa
Se la popolazione dovesse optare per il no il 28 novembre cadrebbe la base legale per il rilascio a partire dal 19 marzo 2022, oltre ad avere conseguenze su diversi ambiti sociali ed economici. Per Berset “non c’è un piano B”. Anche il Parlamento sostiene il “Sì”

La legge covid-19 è lo strumento che permette di far fronte alle conseguenze sociali e economiche della pandemia. Le modifiche apportate a tale legislazione dal Parlamento lo scorso 19 marzo, sulle quali si voterà il 28 novembre, permettono di estendere gli aiuti finanziari e creano le basi legali per il certificato sanitario. Un eventuale “no” alle urne metterebbe in seria difficoltà le imprese colpite dalla pandemia e renderebbe molto più difficili i viaggi all’estero, indica oggi il Consiglio federale.

In conferenza stampa, il presidente della Confederazione Guy Parmelin ha detto di essere cosciente che “un gran numero persone e imprese subiscono conseguenze negative a causa della pandemia e dei provvedimenti adottati dal Consiglio federale per affrontarla”. Le misure sanitarie adottate dal governo servono per proteggere persone le persone maggiormente vulnerabili e garantire il funzionamento delle strutture sanitarie e ospedaliere, ha ricordato. Per far fronte alle imprese in difficoltà, governo e Parlamento hanno messo a disposizione 70 miliardi di franchi. Le aziende che ne hanno beneficiato o che continuano a beneficiare del sostegno di Berna sono oltre 100’000. Per Parmelin rimettere in discussione questi aiuti sarebbe un grave errore. La revisione della legge covid-19 in votazione tra due messi crea, come detto, anche le basi legali del certificato covid. Si tratta, come ricordato dal consigliere federale Alain Berset, di un mezzo efficace che è accessibile a tutte le persone vaccinate, guarite o testate. Il pass permette di limitare i contatti alle persone che non sono contagiose o che lo sono in misura molto limitata. Lo scopo è “limitare i rischi d’infezione e l’esplosione dei casi”, ha precisato il ministro della sanità. Grazie al certificato è possibile organizzare manifestazione e eventi che altrimenti sarebbero chiusi o bloccati. Il pass è lo strumento che ci permette di ritornare al ristorante, al museo, al cinema e all’allenamento; e “funziona bene”, ha detto Berset. Ci permette insomma di “ritrovare una vita sociale quasi normale”. Grazie al certificato l’economia del Paese può continuare a girare. Il pass permette di salvaguardare gli impieghi. Berset ha fatto il confronto con la situazione di un anno fa quando, senza saperlo, “ci stavano dirigendo verso un periodo contraddistinto da numerose chiusure”.

Certificato: solo il tempo necessario
Il consigliere federale ha poi nuovamente ribadito che il certificato sanitario continuerà ad essere richiesto in Svizzera solo il tempo necessario per evitare di sovraccaricare gli ospedali. Lo stesso non si può dire per l’estro. Per i viaggi al di fuori dei nostri confini dobbiamo partire dal presupposto che il pass sarà richiesto per un periodo molto più lungo: gran parte della popolazione mondiale non ha avuto accesso al vaccino, ha ricordato Berset. È dunque fondamentale continuare ad avere un certificato, riconosciuto dall’Unione europea, che permetta di circolare facilmente all’estero. Il presidente della Conferenza dei governi cantonali e capo del Dipartimento cantonale grigionese delle finanze e dei comuni Christian Rathgeb ha sottolineato l’importanza che ha il certificato sanitario per il settore del turismo. Questi ha anche citato alcune manifestazioni sportive di portata internazionale, come la Coppa del mondo di rampichino (la tappa elvetica si è svolta a inizio mese a Lenzerheide, ndr.). Rathgeb ha poi portato il sostegno dei Cantoni alla legge: è necessaria per evitare un sovraccarico del sistema sanitario. Il grigionese ha detto di non apprezzare le restrizioni in vigore, ma a suo dire l’alternativa sarebbe ancora peggiore. I Cantoni non hanno inoltre i mezzi finanziari per sostituirsi alla Confederazione qualora questa sarebbe costretta a interrompere gli aiuti, ha aggiunto. Berset ha poi voluto ricordare che la votazione di novembre non riguarda le misure previste dalla legge sulle epidemie. I provvedimenti adottati in base a quest’ultima - come le mascherine sui trasporti pubblici, la chiusura di determinate strutture e il divieto di organizzare eventi - potranno dunque essere mantenuti o reintrodotti anche qualora la modifica della legge covid-19 dovesse essere respinta.

Seconda votazione sulla legge COVID-19
Il popolo ha già votato una volta sulla legge covid-19: lo scorso 13 giugno, quando ha approvato con una maggioranza del 60% la legge adottata dal Parlamento il 25 settembre 2020. La votazione del 28 novembre riguarda unicamente le modifiche apportate a tale legge il 19 marzo 2021. Con gli emendamenti di marzo sono stati estesi gli aiuti finanziari a chi fino a quel momento non ne aveva potuto beneficiare e sono stati aumentati i contributi federali. Sono anche stati estesi l’indennità di perdita di guadagno per i lavoratori indipendenti, l’indennità per lavoro ridotto, nonché gli aiuti finanziari agli asili nido e agli operatori culturali. La legge stabilisce inoltre come indennizzare gli eventi pubblici d’importanza sovracantonale che non possono avere luogo a causa del coronavirus. Le revisione della legge covid-19 consente poi alla Confederazione di promuovere lo svolgimento dei test covid-19 e assumerne i costi. Allentamenti sono stati decisi per le persone vaccinate o guarite, che non devono più sottoporsi a quarantena dopo essere entrate in contatto con un malato di covid. Viene anche istituita la base legale per il certificato sanitario. In caso di bocciatura della revisione della legge covid-19 verrebbero abrogate unicamente le modifiche alla legge introdotte il 19 marzo. In tal caso, gli adeguamenti cesseranno di applicarsi un anno dopo la loro entrata in vigore, ossia il 19 marzo 2022. Non sarebbe ad esempio più possibile rilasciare certificati covid, neanche per i viaggi all’estero, precisa l’esecutivo.

Economiesuisse: un chiaro sì alla legge Covid-19
L’organizzazione mantello Economiesuisse sostiene la legge Covid-19, sottoposta a voto il prossimo 28 novembre, ritenendola essenziale per continuare la lotta contro la pandemia di coronavirus e evitare impatti negativi sulla vita economica e sociale in Svizzera. La legge Covid-19 è la base giuridica per il certificato Covid che permette alle persone testate, guarite o vaccinate un ritorno graduale alla normalità nella vita professionale e privata, indica un comunicato odierno di Economiesuisse. L’uso del certificato Covid “è una misura efficace per evitare un nuovo lockdown dalle conseguenze economiche e sociali catastrofiche”, prosegue la nota. Sulla base di questa legge, la Confederazione può emettere certificati Covid nonché gestire i sistemi necessari per il controllo. Abolire il certificato avrebbe gravi conseguenze sulla vita economica e sociale in Svizzera ma anche a livello internazionale, ad esempio sul traffico transfrontaliero, indica Economiesuisse. Verrebbero ostacolati in questo modo anche i viaggi d’affari e le vacanze all’estero. Inoltre, gli aiuti finanziari di cui beneficiano le persone colpite dalla pandemia sarebbero a rischio. “Questo non è assolutamente nell’interesse dell’economia”, afferma l’organizzazione mantello dell’economia svizzera.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata