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Le opere assistenziali svizzere e le Chiese chiedono al consigliere federale Ignazio Cassis di agire di fronte al congelamento degli aiuti umanitari da parte dell'USAID, l'agenzia americana per la cooperazione internazionale.
A rischio numerosi programmi di aiuto umanitario
L'amministrazione Trump ha deciso di sospendere i propri aiuti alle organizzazioni dell'ONU e di smantellare la storica agenzia governativa incaricata di distribuire aiuti allo sviluppo, assistenza e incentivi economici in giro per il mondo. "Queste decisioni hanno conseguenze drammatiche sulle persone più povere ovunque nel mondo", scrivono oggi in una lettera aperta al capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Caritas Svizzera, Azione Quaresimale, l'Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere (ACES), la Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS) e la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS). Numerosi programmi di aiuto umanitario e di cooperazione internazionale - avvertono - rischiano di non poter proseguire le proprie attività. Le conseguenze sarebbero disastrose per milioni di donne, bambini, anziani, malati e disabili nelle regioni più precarie del mondo.
La responsabilità della Svizzera
La Svizzera, depositaria delle Convenzioni di Ginevra e Paese che ospita le principali organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite, ha una responsabilità particolare, viene affermato nella lettera. "Non possiamo accettare che fondi siano radicalmente soppressi, che vite umane vengano messe deliberatamente in pericolo e che conquiste della cooperazione allo sviluppo siano annientate (...) La tradizione umanitaria del nostro paese ci obbliga ad intervenire attivamente." Le opere assistenziali e le Chiese chiedono a Cassis di impegnarsi "con forza e determinazione" per via diplomatica a favore del mantenimento delle strutture umanitarie, in particolare in seno all'ONU. Esse lo pregano pure prodigarsi a nome della Svizzera perché i paesi ricchi si assumano le proprie responsabilità nei confronti delle persone più povere e che la cooperazione allo sviluppo non venga erosa ulteriormente.
Oltre 100 persone licenziate
In seguito al congelamento degli aiuti umanitari americani, l'ACES ha annunciato una settimana fa il licenziamento di oltre 100 persone impiegate in Ucraina, Etiopia e Repubblica Democratica del Congo per progetti finanziati dall'USAID. In totale, oltre a chi perderà il proprio lavoro, più di 800'000 persone saranno colpite dallo smantellamento imposto da Washington. Lo stesso giorno l'organizzazione non governativa Terre des hommes ha comunicato che con lo stop all'USAID mancheranno 10 milioni di dollari di contributi annuali. Sono interessati progetti in nove paesi e circa 1,5 milioni di beneficiari perderanno "un sostegno vitale". Da parte sua Medicus Mundi Svizzera, che viene in aiuto ai migranti in Messico, ha annunciato oggi che farà tutto il possibile per mantenere i suoi servizi senza interruzioni: finanzierà con fondi propri le sue attività per un periodo transitorio di sei settimane.