Svizzera
“Stiamo andando nella direzione giusta, ma...”
Lara Sargenti
4 anni fa
Il punto della situazione con gli esperti della Confederazione alla vigilia delle decisioni del Consiglio federale. “C’è ottimismo sul calo dei contagi, ma c’è l’incognita delle varianti”

“La situazione in Svizzera non è tanto male”. Con queste parole Patrick Mathys, responsabile del settore crisi dell’Ufficio federale della sanità pubblica, ha aperto la conferenza stampa dei tecnici della Conderazione per fare il punto della situazione epidemiologica. Un giorno importante visto che domani il Consiglio federale annuncerà se verranno allentate le misure o meno. I casi, i decessi e le ospedalizzazioni stanno continuando a diminuire, ha indicato Mathys. L’incidenza è di 205 casi per 100mila abitanti e il tasso di positività è vicino all’obiettivo auspicato, attorno al 5%. “Stiamo andando nella direzione giusta”, ha sottolineato Mathys, anche se ci sono dei “ma”.

Il tasso di riproduzione si situa sull’0.8%, con grosse oscillazioni, e il lento calo dei contagi non è quello auspicato dagli esperti. “Vogliamo una chiara e rapida decrescita dei casi e abbassare l’incidenza per portare avanti la campagna di vaccinazione senza problemi” ha detto Mathys. Oltre al tasso di riproduzione, c’è il numero di varianti che continua a salire. “La crescita questa settimana non è cosi alta come la settimana precedente, ma i dati sono ancora incompleti”, ha sottolineato l’esperto. Attualmente sono stati confermati 6’230 casi di variante, con la britannica dominante. “Si può essere ottimisti di fronte al calo dei contagi e questo trend potrebbe andare avanti, ma l’influsso delle varianti potrebbe incidere”, ha rilevato Mathys. “C’è ancora il rischio di un aumento a causa della maggiore contagiosità delle varianti”.

Allentamenti? Spetta al Consiglio federale decidere
In merito alle pressioni che giungono soprattutto dal mondo economico e dai partiti, affinché il Consiglio federale allenti le misure protettive, Mathys ha diplomaticamente glissato su alcune domande poste a tale proposito. Il Consiglio federale si trova senz’altro di fronte a una “decisione difficile”, ha affermato, aggiungendo che gli esperti possono solo esprimere raccomandazioni sulla base delle informazioni a disposizione. Gli ultimi dati pubblicati dal Politecnico federale di Zurigo, ha spiegato l’alto funzionario dell’UFSP, non indicano chiaramente il raddoppio ogni 10 giorni del numero di infezioni dovuti alla variante inglese come previsto all’inizio. I dati provenienti da Ginevra, ha asserito, lasciano pensare che di tutti i casi confermati, il 50% potrebbe essere dovuto alla variante britannica. Tuttavia, queste informazioni non possono essere estese a tutto il Paese, ha precisato. Attualmente, le varianti dovrebbero essere il 26-27%, se non superiori, del totale dei casi di infezione da Covid registrati. Nelle settimane scorse, lo stesso Mathys aveva parlato di un raddoppio dei casi ogni settimana per la variante inglese e del pericolo che essa prenda il sopravvento. Ad ogni modo, Mathys ha precisato che entro la fine di questa settimana, si avranno dati più precisi che dovrebbero portare maggiore chiarezza al riguardo.

Le vaccinazioni avanzano
“Le vaccinazioni avanzano bene in tutti i Cantoni”, ha sottolineato Virginie Masserey, responsabile della Divisione malattie infettive dell’UFSP. “Con 6,3 dosi ogni 100 mila abitanti siamo sopra la media rispetto ad altri Paesi europei, dietro Gran Bretagna e Danimarca. 100mila persone hanno già ricevuto la seconda dose di vaccino, ciò che corrisponde al 5% delle persone vaccinate”. Stando a Masserey, nonostante le difficoltà di procurarsi i vaccini, entro la fine di aprile tutte le persone a rischio in Svizzera dovrebbero aver ricevuto almeno una dose di vaccino. Da maggio, il preparato potrà essere inoculato al resto della popolazione. Entro l’estate, come annunciato anche dal Consiglio federale, tutte le persone che lo desiderano dovrebbero essere immunizzate contro il Covid-19.

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