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Successione di Viola Amherd: strategie e candidati in gioco
© CdT/Gabriele Putzu
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Redazione
18 ore fa
Il 12 marzo si deciderà il successore di Amherd al Consiglio Federale. Il Centro deve definire una strategia mentre emergono nomi e incertezze su presidenza e futuri equilibri governativi.

Il 12 marzo l’Assemblea federale deciderà chi succederà a Viola Amherd, ma il dado è lungi dall’essere tratto. La ministra della Difesa ha annunciato le sue dimissioni lo scorso mercoledì, cogliendo tutti di sorpresa, non tanto per la decisione ma piuttosto per le tempistiche che ora costringono il Centro a definire subito una strategia: con quanti nomi si scenderà in campo ed entro quando ci si potrà fare avanti con le candidature.

Il presidente Gerhard Pfister non ha ancora sciolto le riserve

Il gruppo si riunirà lunedì alle 12.30 e, stando ai bene informati, l’obiettivo è proporre l’ormai classico ticket – sempre che l’onore e l’onere del Consiglio federale faccia gola al plurale. “Il me manque l’envie d’avoir envie”, ha già dichiarato ai media una tra i papabili: la senatrice Isabelle Chassot a capo della commissione parlamentare d’inchiesta su Credit Suisse. Un “no, grazie” è inoltre arrivato anche dal sangallese Benedikt Würth, altro nome circolato subito dopo la conferenza di Amherd. Chi ancora non ha sciolto le riserve è il presidente Gerhard Pfister che, guarda caso, a inizio anno aveva annunciato la sua uscita di scena per giugno. Ma, la storia insegna, essere il favorito tra i favoriti non sempre porta bene.

Alcuni nomi tenuti in conto per la presidenza

La certezza è che la strategia per la corsa al Governo dovrà tenere conto anche della successione alla presidenza. Un posto per cui il deputato Martin Candinas non si è detto interessato, mentre non si è ancora sbilanciato per l’eventuale candidatura al Consiglio Federale. Dalla sua il grigionese vanta un sostegno piuttosto trasversale. Si fa poi il nome del capogruppo alla Camere Philipp Bregy, anche per l’eventuale presidenza. Nei giorni scorsi i media hanno poi interpellato la senatrice lucernese Andrea Gmür, la collega urana Heidi Z’graggen, la deputata basilese Elisabeth Schneider-Schneiter.

L'UDC probabilmente non lascerà il Dipartimento dell'ambiente

In ogni caso, sempre stando ai bene informati, per il Governo si cercherà di spianare la strada a un rappresentante della Svizzera tedesca in virtù degli equilibri in seno all’Esecutivo. Vedremo chi si farà avanti nei prossimi giorni, conscio che con tutta probabilità chiunque sarà eletto dovrà tenersi il DDPS. Difficilmente l’UDC, nonostante le critiche per la conduzione dell’Esercito, lascerà il Dipartimento dell’ambiente, come già dichiarato dallo stesso Albert Rösti.