Emergono nuovi elementi relativi al suicidio di un cittadino svizzero avvenuto nella prigione iraniana di Semnan. In una presa di posizione pubblicata sul suo sito, il Dipartimento federale degli affari esteri ha affermato di avere formalmente chiesto "alle autorità iraniane informazioni dettagliate sui motivi dell’arresto e un'indagine completa sulle circostanze della morte". Come ricostruito nella presa di posizione odierna, l'uomo era un 64enne residente in Africa meridionale e "che si trovava in Iran come turista. Non viveva in Svizzera da quasi 20 anni".
Arresto comunicato alla Svizzera il 10 dicembre
L'uomo è stato arrestato dalle autorità della repubblica islamica per sospetto spionaggio, dichiara il Dfae. Dell'arresto, l'Ambasciata svizzera a Teheran è stata informata il 10 dicembre. Da quel momento, "l'Ambasciata svizzera a Teheran ha avuto un contatto quotidiano con le autorità iraniane per ottenere maggiori informazioni sulle circostanze dell'arresto e per poter far visita al cittadino svizzero detenuto. Tuttavia, a causa delle accuse (spionaggio - sicurezza nazionale), l'accesso consolare richiesto non è stato concesso durante la fase di indagine preliminare, che era ancora in corso. Il 9 gennaio 2025, l'Ambasciata è stata informata che il cittadino svizzero si è tolto la vita in prigione".
Rimpatrio della salma
La priorità della Confederazione è ora "data in particolare al rimpatrio della salma in Svizzera, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Il Dfae assiste i famigliari del defunto nell'ambito della protezione consolare".